Mentre la carovana rosa con molta probabilità oggi dovrà attendere le pendici dell’Etna per fare selezione, le microimprese siciliane tenteranno di scattare subito dopo il via. La corsa al BonuSicilia, infatti, potrebbe rivelarsi più breve di quel che si crede. O meglio, questo è il timore di chi spera di vedere accettata la richiesta di sostegno economico dopo la chiusura forzata durante il lockdown. Ad ambire alla misura, messa in campo dal governo Musumeci attraverso una riprogrammazione dei fondi europei che si spera trovi accoglienza a Bruxelles, sono le società con meno di dieci unità lavorative e un fatturato annuo inferiore ai due milioni di euro. Identikit che in Sicilia corrisponde a tantissime imprese, un numero troppo alto per essere soddisfatto con i 125 milioni stanziati dalla Regione.
Le regole del gioco prevedono che la piattaforma abbia accettato la precompilazione delle domande fino alla mezzanotte di ieri. L’attenzione di tutti è però rivolta alla regola regina dell’intera iniziativa: alle 9 di questa mattina scatterà infatti il click day, ovvero il momento a partire dal quale si potrà inviare la richiesta. Essere veloci, oltre che avere una connessione affidabile, sarà la condizione necessaria per riuscire ad accaparrarsi un posto tra i beneficiari. Al raggiungimento di un totale di richieste pari al 120 per cento dell’importo stanziato la piattaforma non accetterà più domande. Ipotesi, questa, che si verificherà quasi di certo: dai dati in possesso dell’assessorato alle Attività produttive e che MeridioNews è riuscito a visionare, emerge che il 29 settembre erano già state caricate sul portale domande per oltre 283 milioni di euro, praticamente 2,3 volte il budget a disposizione.
Le risorse sono state ripartite per ambiti provinciali e tenendo conto della popolosità dei singoli territori. Tra il 21 e il 29 settembre sono state 23.367 le domande caricate, delle quali più di 15mila già pronte per essere inviate. Le province con più richieste a quella data sono state Palermo e Catania, rispettivamente con 5306 e 4700 istanze. Subito dietro Messina, che con il 273 per cento risultava quella con il maggiore scarto tra richieste di sussidi e dotazione finanziaria a disposizione.
A tenere banco però è anche una questione strettamente informatica. Reggerà la piattaforma al flusso in entrata oppure il rischio è di un nuovo flop con polemiche annesse? Il pensiero in questo caso corre indietro al Piano Giovani dell’era Crocetta, quando migliaia di aspiranti stagisti inoccupati si scontrarono con la fragilità dei server usati dalla Regione. In attesa di capire come andranno le cose, sempre in tema informatico ieri si è registrato un botta e risposta tra Movimento 5 stelle e Regione. I primi hanno hanno denunciato casi di data breach, espressione inglese che serve a indicare la divulgazione non autorizzata di dati personali. Nello specifico, parrebbe che molti imprenditori al momento di entrare sul proprio profilo precedentemente creato si siano trovati sullo schermo i dati di altre aziende. Una situazione che, oltre a mettere in discussione la privacy, ha lasciato presagire pasticci in vista dell’invio delle domande. Quando ogni imprevisto e perdita di tempo potrebbe essere pagata con l’esclusione.
«In relazione alle affermazioni relative a decine di segnalazioni di presunti casi di data breach verificatisi in seno alla piattaforma regionale SiciliaPei – ha replicato la Regione – informiamo che, a seguito delle analisi condotte, il fornitore Tim non ha ravvisato, ad ora, alcuna anomalia infrastrutturale e di piattaforma che possa avere provocato una condivisione di dati aziendali a soggetti diversi da quelli automaticamente identificati mediante Spid e alle informazioni ereditate tramite il sistema informativo del registro imprese. Non risultano inoltre tentativi esterni di porre in essere attività informatiche fraudolente che possano avere determinato un caso di data breach». L’appuntamento è per domani alle 9. A partire dalla mezzanotte di oggi e fino ad allora il sito SiciliaPei sarà irraggiungibile. Ad annunciarlo è stata la Regione con un avviso.
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