Il presidente della Regione Nello Musumeci lancia un segnale alla «sua» Catania. Lo fa con 40 milioni di euro che serviranno a trasformare il palazzo delle Poste di viale Africa, oggi in completo abbandono, in una cittadella giudiziaria che accorperà in un unico stabile gli uffici dislocati a vario titolo in città. Con un argomento che, al giorno d’oggi, garantisce un certo appeal politico: la lotta allo sperpero di soldi pubblici. «Con la costruzione di un secondo palazzo di giustizia – spiega il Governatore in un comunicato – si eviterà un inutile spreco di denaro, dovuto al pagamento degli affitti dei diversi uffici giudiziari».
I 40 milioni, stanziati dall’assessorato regionale alle Infrastrutture per decreto, provengono dal Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020, e verranno spalmati su cinque anni, dal 2018 al 2022: nel dettaglio, 1,2 milioni nel 2018, 2 nel 2019, 4 nel 2020, 25 nel 2021 e 7,8 nel 2022. «Oltre a essere un’importante infrastruttura per la città di Catania e un presidio di legalità – aggiunge Musumeci -, sarà un’opera all’altezza dei bisogni della cittadinanza, eliminando disfunzioni e disagi per gli utenti e per gli stessi operatori».
Nel giugno 2016 la Regione Siciliana, il ministero della Giustizia, l’agenzia del Demanio, il Comune e il tribunale avevano consumato un passaggio propedeutico, firmando un protocollo d’intesa che stabiliva la nuova destinazione d’uso del palazzo di viale Africa. In quella sede l’amministrazione comunale si era impegnata a restituire l’edificio al ministero, che nel 1999 lo aveva acquistato nell’ottica di mutarlo in una cittadella giudiziaria. I tempi si rivelarono molto più lunghi, e nel frattempo lo stabile era diventato un rifugio di fortuna per migranti e senza fissa dimora. Venne poi sgomberato il 25 maggio 2011.
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