La cittadella giudiziaria e il nuovo carcere che potrebbe nascere a Bicocca. Al centro del tour catanese del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ci sono questi due nodi. Non c’è spazio per commenti alla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi, che arriva mentre la Cancellieri è in viaggio dall’ospedale Cannizzaro, dove ha inaugurato un reparto dedicato all’assistenza dei detenuti, a palazzo degli Elefanti. Ma all’arrivo al Comune, con più di due ore di ritardo rispetto a quanto annunciato, dedica alla notizia del giorno poche parole: «Per definizione, nel mio ruolo le sentenze non si commentano».
Ad attenderla in municipio c’è il sindaco Enzo Bianco con fascia tricolore. «Il ministro ha sempre a cuore Catania, abbiamo parlato delle grandi scelte per migliorare la città», spiega. Innanzitutto il palazzo di giustizia. «Così com’è, è insufficiente – sottolinea il primo cittadino – è diviso in troppe sedi, serve una soluzione unitaria». Cancellieri è entusiasta dell’idea di creare una cittadella giudiziaria nell’ex ospedale Ascoli Tomaselli, soluzione avanzata nelle settimane scorse, su cui c’è anche il benestare della Regione. «Sono molto contenta di questa proposta, va nel senso giusto, lo stabile è splendido e la posizione bellissima», afferma il ministro. «Non ci sono controindicazioni di tipo urbanistico – aggiunge Bianco – adesso bisogna confrontarsi con gli avvocati e decidere col ministero cosa fare dell’ex Palazzo delle poste».
Altro argomento è la costruzione del nuovo carcere in periferia, «probabilmente sempre a Bicocca», specifica il sindaco. Quello di piazza Lanza è ormai «obsoleto e, caso ormai quasi unico in Italia, si trova nel centro della città». Dove si trovano i finanziamenti? Il guardiasigilli spiega genericamente che «si sta lavorando», mentre Bianco attende di sapere «quali risorse il ministero destinerà al progetto. Se non basteranno – specifica – penseremo a un project financing». L’obiettivo è decongestinare l’area di piazza Lanza e realizzare «verde pubblico e strutture di uso sociale». Per ora è solo un’idea, che sull’asse Roma-Catania si cerca di trasformare in realtà.
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