Abbiamo ricevuto comunicazione da parte dell’Amministratore Giudiziario Avv. Francesco Carpinato dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo di n° 41 lavoratori su 81 dipendenti delle Società Cisma Ambiente SpA, Paradivi Servizi Srl e S.I.R.A.M. Srl, oltre alla necessaria riduzione dell’orario di lavoro per ulteriori 13 lavoratori, dichiara Paolo Magrì Segretario Regionale CISAL Terziario, esigenza dettata dall’impossibilità di espletare i servizi per mancanza di un parere autorizzativo da parte dell’Ente Regionale competente che sembra essere incapace di esprimersi, come si legge sulla nota inviata dall’Amministratore Giudiziario.
Le Società del Gruppo sono note alla stampa e all’opinione pubblica per le vicende giudiziarie che hanno interessato gli Amministratori Paratore Antonino e Carmelo, e da allora poste in Amministrazione Giuìdiziaria hanno continuato la loro attività garantendo i livelli occupazionali e il funzionamento di un impianto all’avanguardia, oggi, continua Magrì, rischiamo che la vicenda diventi un disastro sociale ed ambientale, allertati dai dipendenti abbiamo già richiesto un incontro agli Amministratori Giudiziari delle Società che contemporaneamente hanno inviato comunicazione dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo, per questo abbiamo proclamato lo stato di agitazione ci stiamo immediatamente attivando per chiedere un incontro alla Prefettura di Siracusa e all’Ente Regionale affinche si possa fare fronte all’attuale crisi garantendo sia i livelli occupazionali sia i livelli di controllo dell’impatto ambientale che causerebbe il fermo dell’impianto.
Nutriamo una forte preoccupazione in merito alla vicenda non solo perchè temiamo che per l’ennesima volta saranno i lavoratori e le loro famiglie a fare le spese di vicende giudiziarie a loro totalmente estranee, ma anche perchè se non gestito l’impianto sarebbe una bomba ecologica pronta ed esplodere causando incalcolabili danni ambientali, di certo l’atteggiamento dell’Ente Regionale non aiuta ad allentare la tensione tra i lavoratori che temono per il loro futuro e promettono aspre proteste.
(Fonte: segreteria Cisal)
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