Un’odissea in mezzo al traffico. E’ quello che vivono gli automobilisti che ogni giorno transitano nel tratto di circonvallazione tra San Nullo e Nesima superiore. Un’arteria nevralgica per la circolazione degli abitanti dei due quartieri, ma anche per cittadini di tutta quell’area di Catania, che vi restano imbottigliati. E se i problemi di mobilità sono comuni in tutta la città, ad aggravarli incidono sicuramente i cantieri aperti per il completamento dei lavori per la metropolitana, nei pressi di una delle arterie più trafficate. Che però sono fermi da inizio dicembre. A causare il blocco, le recenti vicende giudiuziarie che vedono come protagonista la Sigenco, ditta di costruzioni che ha in gestione lappalto concesso dalla ferrovia Circumetnea e che rischia il fallimento. Nei mesi scorsi l’impresa è anche stata al centro di un’inchiesta della Procura catanese sul presunto utilizzo di cemento depotenziato.
Per denuciare i disagi che i cittadini sono costretti a vivere ogni giorno, i Cobas-Tpl hanno indetto stamane un sit-in di protesta, per illustrare i problemi alla mobilità causati dal blocco dei cantieri. Alla manifestazione hanno partecipato anche i presidenti delle due municipalità limitrofe: Sebastiano Anastasi per Cibali-Trappeto Nord e Giovanni Fodale per Monte Po-Nesima. L’incontro si è tenuto nel parcheggio scambiatore di via Amari, accanto agli scavi per la metro, che doveva servire proprio da punto di raccordo tra la vecchia linea ferrata della Circum e la costruenda rete metropolitana. Anche il parcheggio, però, nonostante sia praticamente completo, non è ancora entrato in funzione.
Il blocco, secondo Francesco Guardo dei Cobas, andrà avanti finché «la Sigenco non risolverà in Tribunale il contenzioso con i creditori tramite un concordato preventivo». Se le due parti non raggiungeranno un accordo – continua il sindacalista – «i lavori rischiano di restare fermi per anni». Allarme che si va a sommare alla «triste coincidenza» dei recenti licenziamenti dei 106 dipendenti precari della Circumetnea che, oltre alla «tragica condizione in cui si trovano i lavoratori mandati a casa», sta causando gravi mancanze di manutenzione ordinaria su treni e strutture funzionanti, perché «manca il personale addetto». Con ripercussioni sulla viabilità, ma anche sulla sicurezza dei cittadini che ne usufruiscono. «La ferrovia è in ginocchio e le linee cadono a pezzi», denuncia Guardo. Emblematico il caso della stazione Italia, sull’omonimo Corso, dove «le mattonelle si staccano dalle pareti, con il rischio di cadere in testa a qualcuno», accusa il cordinatore Cobas.
Allarme viabilità e rischio sicurezza, quindi. E a farne le spese sono i cittadini, esasperati da strade sventrate e traffico in tilt a causa dei lavori in corso, fermi da settimane. «Gli abitanti di Nesima non ce la fanno più», afferma il presidente Fodale. «Il nostro è un quartiere che avrebbe estremamente bisogno della metropolitana per raggiungere la città e smaltire il numero di auto in transito verso Misterbianco o verso Ognina». Anche per agevolare gli spostamenti dei residenti, «per la maggior parte anziani», puntualizza. «La circonvallazione è in ginocchio e la fine dei lavori avrebbe un valore sociale enorme per gli abitanti della zona e non solo». Conclusione che però, in questo caso, non dipende dalla Fce. «Noi possiamo solo sollecitare un atto di buon senso tra le parti in causa, affinché si acceleri la risoluzione di grandissime difficoltà per il quartiere e per tutta la città».
Gli fa eco il collega Anastasi, secondo il quale, quello del traffico è un problema «storico e annoso» della zona di San Nullo-Trappeto nord, limitrofa agli scavi per la metropolitana. Sulle cui strade – una tra tutte via Sebastiano Catania – si riversano i veicoli deviati dai lavori in corso, per raggiungere la circonvallazione. Secondo anastasi i lavori «non andavano affrontati in questo modo, ma con le giuste accortezze per migliorare la mobilità». Come la costruzione di un torna-indietro sulla circonvallazione, per alleggerire il numero di mezzi in transito, «garantito pubblicamente due anni fa all’annuncio dei lavori, ma mai portato a termine». E intanto, denuncia il presidente, «i lavori non rispettano i tempi di consegna e i residenti sono esasperati». E, nonostante diverse proteste – tra cui anche un finto funerale, per denunciare la poca sicurezza sulle strade, e una nota indirizzata al Prefetto – «non siamo riusciti ad ottenere nessun risultato». Se non quello di «vivere in un quartiere intasato dalle auto».
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