Circolo di S. Agata, comitato legalità chiede chiarezza «Dietro voto di domenica c’è un quadro preoccupante»

«Ritengono credibile quanto traspare dalle indagini giudiziarie?». Una domanda senza giri di parole che il Comitato per la legalità rivolge, durante una conferenza stampa convocata nella sede di Città insieme, alle autorità ecclesiastiche e ai responsabili del circolo di Sant’Agata. Il più antico di Catania, fondato nel 1874 dal cardinale Giuseppe Dusmet. Lo stesso che, dopo dieci anni di commissariamento, domenica prossima chiama i suoi iscritti alle urne per eleggere presidente e consiglio direttivo. Sul voto, però, serpeggiano non pochi malumori e la tensione è ai massimi livelli. In mezzo è finito un approfondimento esclusivo di MeridioNews. L’articolo, pubblicato lunedì, ha evidenziato i presunti rapporti tra il candidato presidente Alessandro Sicurella e Roberto e Luca Marino. Entrambi coinvolti nel blitz antimafia Chaos perché ritenuti ai vertici della famiglia di Cosa nostra Santapaola, nel quartiere San Giovanni Galermo.

Secondo la ricostruzione di magistrati e carabinieri, Sicurella – che non è indagato e che a MeridioNews ha replicato dicendo di non sapere nulla di questa vicenda – nel 2017 si sarebbe rivolto ai Marino per effettuare un recupero crediti. Una somma di 700 euro che l’imprenditore avrebbe dovuto riscuotere da un commerciante di via della Concordia. Per questo si sarebbe attivato proprio Luca Marino, in passato fermato per omicidio. Così, negli atti dell’inchiesta Chaos sono finite anche alcune intercettazioni tra Sicurella e il padre di Marino. Oggi accusato di associazione mafiosa perché ritenuto il filtro per la gestione degli affari illeciti del figlio. «Tutto questo ci lascia un quadro molto preoccupante – spiega Renato Camarda insieme Marco Gurrieri -. Da un lato abbiamo un passaggio nuovo, cioè l’elezione del consiglio direttivo, ma dall’altro c’è un gruppo d’interessi che appartiene a vecchie logiche».

Cosa fare quindi? Nell’attesa che qualcosa si muova, Camarda lancia una sorta di appello alla cittadinanza: «Ci auguriamo che si prestino le dovute attenzioni sul processo elettorale», spiega. Al voto, infatti, non andrà solo il circolo Sant’Agata ma anche le altre congregazioni agatine. Tra queste, una delle più note è quella di Sant’Agata cattedrale. Presieduta dal 1996 dall’ex maestro del fercolo Claudio Baturi. Il più famoso resta, però, quello che ha sede nella basilica Collegiata.

Finito sotto la scure del commissariamento, dopo il processo per le presunte infiltrazioni della mafia nei festeggiamenti della patrona di Catania. Alla sbarra, salvo poi essere assolto sia in primo che in secondo grado, finì anche l’ex presidente del circolo Pietro Diolosà. Istantanee che appartengono al passato ma che lasciano tracce indelebili. Come l’alternarsi di boss mafiosi e pregiudicati nei principali momenti dei festeggiamenti. Un capitolo a parte è, invece, quello delle tessere. Con la numero uno e la numero due finite nelle mani di Antonino Santapaola ed Enzo Mangion.  

Dario De Luca

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