Cinque modi di fare politica: Indipendentisti, grillini, PD, Crocetta-Lumia e Renzi

IN POCHI GIORNI I SICILIANI HANNO POTUTO VEDERE CON I PROPRI OCCHI LE DIFFERENZA TRA DIVERSI MODI DI INTENDERE LA VITA PUBBLICA E L’INTERESSE PUBBLICO

In pochi giorni i siciliani hanno avuto modo di osservare cinque modalità diverse di vivere la politica. Proveremo a descriverle, per sommi capi, una per una. Cercando di trarne qualche conseguenza.

La modalità più interessante è andata in scena domenica pomeriggio a Palermo, quando oltre mille persone, dopo aver percorso la via Libertà, si sono ritrovare in Piazza Castelnuovo (Piazza Politeama per i palermitani e, in generale, per i siciliani).

A sfilare per le vie del capoluogo dell’Isola erano idealisti: oltre mille persone che sanno ancora sognare ad occhi aperti: mille persone che sognano una Sicilia libera da tutte le mafie: a cominciare da quelle politiche. Insomma: una Sicilia libera dal Muos di Niscemi e dai militari americani: una Sicilia libera dalla chimica ‘pesante’ di Gela, Milazzo e Priolo-Melilli: una Sicilia libera dalle raffinerie di petrolio: una Sicilia libera dalle piattaforme petrolifere: una Sicilia libera dai ‘Signori delle pale’ eoliche in terra e in mare.

A sfilare, domenica, sono stati gli Indipendentisti siciliani. Piano piano, nella nostra Isola, sta tornando l’idea di libertà, al di fuori da un’Unione europea di ‘banditi’, con un euro che danneggia l’economia italiane e dove il ‘Quarto Raich’ della solita Germania detta di nuovo legge come nel ‘Secolo breve’.

Piano piano torna l’idea di separare la Sicilia da un’Unione europea di massoni e, perché no?, di sognare una Sicilia fuori da un’Italia ormai in caduta libera, resa quasi schiava dal Fiscal Compact e dal Two Pack.

Certo, mille persone non erano tante. Ma come ha detto al nostro giornale il rappresentante della Catalogna – la regione della Spagna che lotta per la libertà e, quindi, per dire addio alla Spagna – mille persone, alla prima uscita, sono un grande successo. “Noi per portare milioni di persone in piazza – ci ha detto – abbiamo impiegato vent’anni. Ma alla fine ci siamo riusciti. E presto saremo liberi”.

Per la Sicilia il ritorno dell’Indipendentismo è un’occasione storica anche per fare i conti con quella grande truffa che è stato il ‘Risorgimento’: quando banditi come Garibaldi e Bixio, in combutta con gli inglesi e con i mafiosi, regalarono la Sicilia a una delle peggiori monarchie europee di quegli anni: i Savoia.

Una seconda modalità politica interessante si sta concludendo oggi: è il tour indetto dai parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle che, per quattro giorni, hanno girato in lungo e in largo la Sicilia per raccontare alla gente cosa hanno fatto e cosa fanno in Parlamento. E’ un modo nuovo di intendere la politica: vicino alla gente normale, per studiare e capire cosa pensano e cosa chiedono.

Non sappiamo come i grillini si muovono e operano in altre regioni del nostro Paese. Ma in Sicilia lavorano in modo diverso rispetto, ad esempio, alle rigidità romane. E – a parte gli ‘sconti’, forse un po’ eccessivi, che tributano al Governo Crocetta – stanno lavorando bene.

La terza modalità politica è quella del PD siciliano, che da circa un anno prova, senza successo, a portare l’esperienza del Governo Crocetta sui binari della politica. Ma vuoi per una legge elettorale regionale sbagliata, vuoi per la presenza – all’interno dell’esperienza del Governo Crocetta – di soggetti che hanno solo interessi economici, peraltro non eccelsi, con riferimento e Confindustria Sicilia, il PD non riesce a far prevalere le ragioni della politica.

Inutile sottolineare a Crocetta che lui è presidente della Regione grazie ai voti del PD. E che i patti elettorali si rispettano. Tutto preso dal suo ruolo, il presidente approfitta del fatto che i parlamentari dell’Ars non possono sfiduciarlo, perché  se dovessero mandarlo a casa andrebbero a casa anche loro. Forte di questo ‘ricatto’ politico, fa il bello e il cattivo tempo.

Siamo arrivati alla quarta modalità di fare politica: quella del Governo Crocetta. Un’esperienza amministrativa con tante ombre e pochissime luci: quelle poche luci che l’attuale Governo non riesce nemmeno a comunicare. Un disastro.

Questa quarta modalità politica registra non soltanto una cattiva amministrazione della cosa pubblica, ma anche uno ‘stile’ da vecchia politica clientelare. E’ il caso del senatore Giuseppe Lumia, parlamentare nazionale dal 1994. Vent’anni tra Montecitorio e Palazzo Madama. Un esempio di chi vive la politica come ‘mestiere’.

Le ultime due volte Lumia è stato messo in lista da Roma per ‘particolari’ meriti antimafia. Un personaggio che, adesso, pretende di andare in lista alle elezioni europee per la settima volta. Naturalmente nel PD. Partito al quale ha fatto perdere voti e rappresentanti istituzionali alle ultime elezioni amministrative. Un paradosso non privo di squallore.

Escluso dalle liste del collegio Sicilia-Sardegna dalla segreteria regionale del PD, Lumia, in queste ore, è a Roma. Sta provando a umiliare, ancora una volta, gli organismi politici locali per imporre la sua presenza in lista. Uno spettacolo indecoroso che non fa onore al PD e che, soprattutto, che non fa onore alla politica.

Chiudiamo con la quinta modalità di concepire la politica che arriva direttamente da Roma. Dove un capo del Governo – Matteo Renzi – con il piglio di un caporale di giornata, piuttosto che di un leader, cerca di imporre una riforma costituzionale con la ragione della forza e non con la forza della ragione.

I poteri forti che stanno dietro di lui e che lo sostengono hanno deciso che il Senato deve essere abolito. Vogliono eliminare un altro presidio di democrazia. Infatti, il vero punto cardine della ‘riforma’ voluta da Renzi è la non elezione dei senatori. Lo ribadiamo: dopo il Fiscal Compact, dopo il Two Pack, dopo la guerra alle Province, la guerra alle Regioni e dopo i Comuni lasciati senza soldi, arriva il Senato senza eletti dal popolo. L’ennesima vergogna di un Paese che sembra aver smarrito la bussola.

L’augurio è che il Senato trovi la dignità politica, istituzionale, costituzionale e culturale per respingere questo rozzo tentativo di far sprofondare l’Italia in una forma di fascismo strisciante. Sotto questo profilo, vanno apprezzato le dichiarazioni del presidente del Senato, Piero Grasso.

Quali le conclusioni? Che nonostante il prevalere – per ora – della cattiva politica, in Sicilia ci sono grandi potenzialità. Ci sono ancora persone che sanno sognare la politica ad occhi aperti: gli indipendentisti. Ci sono persone che, pur nella tradizione della politica classica – ci riferiamo al PD siciliano – stanno provando a dare risposte ‘politiche’ ai problemi.

Sotto questo profilo, sarebbe gravissimo se gli organi nazionali del Partito imponessero Lumia nelle liste del PD in Sicilia. Se Roma umilierà l’attuale segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti, facendogli rimangiare ciò che ha deciso con la segreteria regionale, beh, questo partito non avrebbe più ragione di esistere.

Al limite, se a Roma tengono tanto a questo signor Lumia, se lo candidino altrove.

Positivo, anche, il ruolo dei grillini siciliani, che fanno politica provando a interpretare i bisogni reali della gente, partendo dal ‘basso’.

Nonostante i problemi, che sono tanti, la Sicilia ha le potenzialità per risalire la china.

Redazione

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