Cimitero Rotoli, si allontana riapertura zona a rischio crolli Fatta una gara d’appalto inutile. Sala: «Uffici chiariscano»

Se ai morti sei mesi in più o in meno cambiano poco, le famiglie, di questo ennesimo ritardo, ne avrebbero fatto volentieri a meno. Una volta tanto al cimitero dei Rotoli il problema non riguarda le bare ammassate nei depositi in attesa di trovare una collocazione, ma i lavori di messa in sicurezza del monte Pellegrino. Anche in questo caso, però, si tratta di un problema annoso: era il 2008 quando Diego Cammarata, all’epoca sindaco di Palermo, firmava un’ordinanza per limitare l’area del camposanto visitabile per via del pericolo di caduta massi dal costone roccioso sovrastante. Un rischio che in questi 13 anni si è concretizzato più volte, anche se fortunatamente senza conseguenze per le persone, nonostante le non poche difficoltà a fare rispettare il divieto. La soluzione definitiva sembrava essere dietro l’angolo già l’anno scorso, quando, a novembre, la ditta che si è occupata della messa in sicurezza, che prevedeva anche l’installazione di rete paramassi, ha annunciato di avere concluso i lavori. Da allora però nulla è cambiato.

Il motivo sta nei tempi necessari al collaudo delle opere. Un passaggio fondamentale per garantire il ripristino della sicurezza. Da questo punto di vista un test di natura empirica lo si è avuto ad aprile scorso, quando alcune grosse rocce si sono staccate dal monte Pellegrino venendo bloccate dalle reti. Norme alla mano, però, ciò non è sufficiente a dare il via libera, ma è necessario passare anche da prove di laboratorio. Per questo, a fine aprile, gli uffici comunali hanno avviato l’iter per affidare il compito di effettuare le analisi sui materiali impiegati. Un appalto da poco meno di 40mila euro, per il quale l’ente ha fatto affidamento al Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione. Il 20 maggio è arrivato anche il visto di regolarità contabile anche la Ragioneria generale ed è stato così possibile pubblicare l’avviso sul portale gestito da Consip, a cui ha risposto soltanto un laboratorio. Insomma, tutto sembrava filare liscio, se non fosse che poco più di una decina di giorni fa il Comune ha scoperto che l’intera gara d’appalto non andava indetta

«Il Rup ha rilevato che nel capitolato speciale d’appalto, unito al contratto registrato il 18 dicembre 2013, l’attività delle prove in corso d’opera e propedeutiche al collaudo statico sono a carico dell’aggiudicataria», si legge in una determina firmata dal dirigente Maurizio Pedicone. Con il provvedimento il servizio Infrastrutture e Servizi a rete del Comune ha disposto la revoca di tutta la procedura e la necessità di comunicare all’unico offerente l’errore in cui sono incorsi gli uffici. A dovere mettere mano al portafogli per finanziare i test di laboratorio dovrà essere quindi il Consorzio Integra, che al tempo dell’aggiudicazione della gara da quasi sei milioni di euro si chiamava ancora Consorzio ravennate delle cooperative di produzione e lavoro

«Lo abbiamo scoperto nei giorni scorsi e prontamente ho scritto all’ingegnere Dario Di Gangi, dirigente del servizio di Protezione civile di intervenire – dichiara a MeridioNews l’assessore ai Cimiteri Toni Sala -. Il timore adesso è che si possa creare un contenzioso con l’impresa che ha lavorato, ma gli uffici devono fare chiarezza, perché i cittadini hanno bisogno di avere quell’area collaudata e sicura». L’intoppo potrebbe causare anche rallentamenti nelle attività dell’amministrazione. «Serve fare attività di diserbo in quella zona, ma la Reset non manda gli operai se tutto non risulta in regola e questo significa che se c’è un incendio, e a monte Pellegrino ce ne sono stati, si mette a rischio il cimitero», continua Sala. «Se è il caso – aggiunge – chiedo intervenga anche il segretario generale a garantire che gli atti vengano compiuti nel tempo più breve possibile».

Intanto sul fronte della gestione delle bare nei depositi del cimitero dei Rotoli, l’obiettivo dell’amministrazione Orlando resta quello di riuscire a trovare, entro fine mese, una collocazione alternativa alle oltre trecento in attesa di loculo. «Con la convenzione stipulata con il cimitero Sant’Orsola ce la possiamo fare a rispettare quanto previsto dal cronoprogramma – commenta Sala – ma è chiaro che tutto dipenda anche dalla collaborazione delle famiglie. Al momento sono circa ottocento quelle in deposito, le restanti sono in attesa di inumazione ma al momento, come è risaputo, non ne abbiamo campi». L’assessore si dice comunque ottimista. «In questi mesi ne abbiamo trasferite 540 e oltre un’ottantina sono andate nei crematori a Misterbianco e Carpanzano (Cosenza, ndr). Quello  attuale – conclude – è un buon trend».

Simone Olivelli

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