Le bare dei 17 migranti morti nel Mediterraneo per cui Catania a maggio ha celebrato il funerale con rito multireligioso sono ancora all’obitorio del cimitero. Sono passati più di quattro mesi dalla funzione al cortile Platamone ma non è stato trovato ancora posto per la sepoltura nei campi comuni. La denuncia arriva dal consigliere comunale Carmelo Sofia, del gruppo di maggioranza Patto per Catania, che segnala una situazione generale di degrado al cimitero di via Acquicella.
«Bare in fila da mesi con i defunti in attesa di ricevere una degna sepoltura – spiega – Lobitorio del cimitero è pieno di feretri. Nelle 24 celle frigorifere non cè più posto e quindi le bare sono posizionate in ogni angolo delle sale. Ora cè appena lo spazio per il transito del personale comunale«. Non va meglio per i dipendenti che, sottolinea Sofia, «sono costretti a lavorare tra bagni sporchi, topi e cattivi odori». Abbandono che è segnalato anche dai parenti dei defunti, vittime anche di continui furti. «A sparire – denuncia il consigliere – sono vasi, lampadari, leoni di marmo e soprattutto fiori». Circostanza che avrebbe portato anche a un calo della vendita di fiori. «Rocco Lombardo, uno dei rappresentanti dei venditori di fiori nella cinta esterna del cimitero, ci ha spiegato che le persone preferiscono non comprare più tulipani, gigli e rose per paura di non ritrovarli più il giorno successivo».
Sofia ricorda quindi al sindaco Enzo Bianco l’impegno preso sin dal suo insediamento di avviare una concertazione continua sul cimitero. A tal fine chiede l’avvio di una conferenza dei servizi con forze dellordine, istituzioni politiche, sindaco e confraternite, «per trovare una soluzione al problema e ridare al camposanto il decoro che merita sia per chi ci lavora, sia per chi ci viene per porgere un saluto ai propri cari estinti».
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