Ciminna, sequestrata azienda di pelli bovine

Nell’ambio della campagna straordinaria dei controlli congiunti nei settori agricolo, agroalimentare ambientale e forestale disposti dal comando generale dell’arma dei carabinieri, i militari del NAS, del NIL e della Tutela Forestale, unitamente ai carabinieri delle stazioni di Ciminna e Baucina, hanno effettuato un controllo all’interno di una ditta specializzata nella lavorazione di pelli bovine, ovine e bufaline con sede nel Comune di Ciminna.

Dalle attività di verifica sono emerse molteplici irregolarità, in particolare in tema di smaltimento dei rifiuti, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare i carabinieri hanno accertato lo smaltimento illecito dei rifiuti derivanti dalla lavorazione delle pelli: i rifiuti liquidi, avvenivano a mezzo sversamento nei terreni agricoli attigui all’impianto, mentre gli scarti solidi venivano eliminati mediante la combustione.

Dei quattro operai presenti nell’azienda al momento dei controlli, ben tre sono risultati non in regola, sprovvisti di qualsiasi contratto di assunzione e nessuno dei lavoratore era stato sottoposto alle periodiche visite mediche ed ai regolari corsi di formazione professionale obbligatori, previsti per legge. All’interno dei locali aziendali veniva inoltre rinvenuto un sistema di video-sorveglianza, che permetteva all’imprenditore di monitorare costantemente il lavoro dei dipendenti, in violazione di quanto previsto dallo statuto dei lavoratori.

Per le gravi violazioni ambientali riscontrate, l’intera area aziendale è stata sottoposta a sequestro penale e, per l’impiego di lavoratori in nero, nei confronti dell’amministratore delegato della ditta, G.C.E., 27enne, originario di Santa Flavia, è stato disposto il provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività imprenditoriale.

Nell’ambito dello stesso controllo è stato tratto in arrestato  G. G., 55enne di Santa Flavia, operaio e padre dell’amministratore dell’azienda e deferito in stato di libertà un secondo dipendente, S. M., 48enne di Palermo, per furto aggravato di energia elettrica. Nello specifico, i due trasgressori, durante la fase di accesso all’azienda, i due operai venivano sorpresi nell’atto di disfarsi di un magnete, collocato sul misuratore dell’energia elettrica, in grado, come poi accertato, di ridurre la registrazione dei consumi del 91 per cento rispetto a quelli reali.

In ragione delle gravissime violazioni ambientali riscontrate, allo scopo di impedire il perdurare della condotta illecita, i carabinieri hanno proceduto a porre sotto sequestro l’intero stabilimento ed emettere provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività imprenditoriale.

(fonte: comando provinciale dei carabinieri)

Redazione

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