Chiuso il bando per l’adozione dei cani «Vogliamo garantirgli una vita migliore»

Questa volta potrebbe essere quella giusta per il canile di Palermo. Dopo il flop della gara di aprile andata deserta, infatti, potrebbe arrivare un’offerta adeguata destinata al bando per incentivare gli affidi e le adozioni dei cani randagi. Al momento non è dato sapere di più perché gli uffici sono ancora al lavoro per vagliare le possibili offerte contenute nelle buste presentate da associazioni, consorzi e aziende aperte la scorsa settimana presso l’Ufficio contratti di via San Biagio. Non trapela nulla di più ma, tuttavia, nel giro di una decina di giorni, si potrebbe conoscere già il nome dell’eventuale vincitore.

«La sensazione è che stavolta i tempi potrebbero essere maturi per una aggiudicazione del bando e che la gara non andrà deserta – spiega Gabriele Marchese, capo area di Ambiente – Al momento l’ufficio contratti è al lavoro ma credo che nel giro di un paio si settimane si potrà conoscere l’esito. L’unica cosa che ci interessa è che alla fine potremo contenere sensibilmente i costi di gestione del canile: se questa gara dovesse andare in porto, dimezzeremo la spesa annuale per i costi di amministrazione».

L’obiettivo, infatti, è ridurre il numero di animali e le spese di gestione: attualmente Palazzo delle Aquile ne ospita circa 340 nell’ex mattatoio e oltre 200 nei rifugi di mezza Italia e intende scendere fino a 200-250 cani, tagliando la spesa da oltre 550mila euro l’anno a 383mila euro, il budget previsto dal capitolato dell’appalto. Significa non più 5-6 euro a cane al giorno ma 3,50 euro a prescindere dalla taglia o dal peso. 

Allo stesso tempo, inoltre, l’amministrazione intende incentivare le adozioni: a differenza del testo di aprile, stavolta il bando ha carattere europeo ed è aperto, oltre al trasferimento, alla custodia e alla cura anche all’adozione definitiva degli animali che, dimessi dal rifugio sanitario comunale o ospitati tramite convenzione presso un rifugio privato, non possono essere rimessi per strada.

«Oltre al tema dei costi stiamo cercando con tutti i mezzi di garantire una vita migliore agli animali: credo sia un obiettivo condivisibile anche da quelli che si dicono animalisti». Un riferimento, quello di Marchese, ai contrasti a volte anche molto aspri e duri sorti con le associazioni da quando si è ritrovato tra le mani la patata bollente del canile di via Tiro a Segno. «Non capisco – conclude – quali siano le logiche di tenere a vita una animale in gabbia nei rifugi, che per me sono solo prigioni per cani».

Antonio Mercurio

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