Chiesto giudizio immediato per cronisti Espresso Per loro la fonte è il capitano Nas Cosentino

I due giornalisti dell’Espresso sono accusati di calunnia e notizie false. La calunnia è stata contestata perchè entrambi, Piero Messina prima e Maurizio Zoppi poi, hanno fatto il nome dell’ex capitano Nas di Palermo, Mansueto Cosentino, come di colui che avrebbe fornito loro la notizia dell’intercettazione. Sono i Nas guidati da Cosentino ad essersi occupati delle indagini scattate prima dell’arrivo di Matteo Tutino all’Unità operativa di Chirurgia plastica di Villa Sofia e di quelle nate proprio dagli esposti presentati dallo stesso primario alla procura di Palermo e che porteranno ad indagini sul chirurgo Dario Sajeva, accusato da Tutino di aver gonfiato le SDO, le schede di dimissione ospedaliere, ovvero lo strumento di raccolta delle informazioni relative a ogni paziente dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale. Delle SDO falsificate si legge anche nella deposizione resa da Lucia Borsellino il 26 marzo 2014 ai pm Agueci e Battinieri e al capitano Cosentino.

Il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi ha firmato la richiesta di giudizio immediato nei confronti dei cronisti che si sono sempre difesi dall’accusa di aver diffuso notizie false. Anche quando la procura di Palermo ha smentito, e più di una volta, l’esistenza della intercettazione in cui Matteo Tutino avrebbe detto al presidente della Regione Crocetta, «Lucia Borsellino deve essere fatta fuori come suo padre», l’Espresso ha continuato a confermare la veridicità delle notizie contenute nell’articolo pubblicato.  Adesso sarà il gip a dover decidere, entro cinque giorni, se accogliere l’istanza o meno e i due imputati, eventualmente, potranno scegliere tra il rito ordinario o quello abbreviato. L’indagine è coordinata direttamente dal Procuratore Lo Voi e dall’aggiunto Leonardo Agueci.

Come MeridioNews vi ha raccontato nei mesi scorsi, in questa faccenda, che ruota attorno alle indagini sull’Unità operativa di Chirurgia plastica di Villa Sofia (ma non solo),  tirare in ballo i Nas è stato anche (e per primo) Tutinoche in una lettera inviata il 22 aprile del 2014, tra gli altri, al commissario straordinario Ignazio Tozzo (che prenderà il posto di Giacomo Sampieri a Villa Sofia), al direttore sanitario Requirez, all’ormai ex assessore Borsellino, al presidente della Regione Crocetta, al dottor Di Giannantonio della Digos e ai pm Agueci e Battinieri, denuncia un «insolito accanimento da parte dei Nas» sul suo operato, la poca familiarità in materia di chirurgia plastica e chirurgia estetica, di «molti speculatori e personaggi che anche se laureati in medicina e chirurgia hanno difficoltà a capire le norme entro cui la chirurgia plastica ha il diritto di muoversi», e la gogna mediatica a cui era sottoposto, rivelando anche la presenza di giornalisti nel reparto, il giorno della perquisizione, ancora prima dell’arrivo dei Nas. Tutino ha più volte dichiarato di essere vittima di un complotto, il cui mandante, scriveranno alcuni giornali nel giugno 2014, sarebbe un parente di un alto dirigente nazionale dei Nas.

Quella che si è cercata fin ora, ma per la procura non esiste è «il brano di un audio – come scrive l’Espresso – che a maggio 2014, uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti Messina e Zoppi», e che a distanza di poco più di un anno, il 2 luglio scorso, lo stesso investigatore, “ricorderà” a Messina. Sulla esistenza e soprattutto sulla presunta diffusione di questa intercettazione ai giornalisti, gli investigatori hanno ascoltato anche il capitano dei Nas Cosentino, comandante del nucleo della Sicilia occidentale fino al 3 maggio 2014 quando è stato trasferito a Desio.

Marta Genova

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