«Ch’i picciriddi un’ si babbìa! Più asili nei quartieri popolari». Lo striscione campeggia sul muro di fronte l’istituto comprensivo Emerico Amari in via Gian Filippo Ingrassia, dove stamattina a partire alle 8.30 una trentina di genitori dei bimbi dell’asilo nido si sono dati appuntamento. Un sit-in pacifico per protestare contro la decisione di spostare due delle quattro classi nell’Istituto delle Artigianelle (ex convento di Santa Teresa) in piazza Kalsa. Un trasferimento reso necessario dall’insufficienza dei servizi igienici per tutti i bimbi.
Inizialmente i piccoli avrebbero dovuto essere spostati al plesso Ferrara, in piazza Magione, ma a causa dei lavori di ristrutturazione dell’istituto lo spostamento non è avvenuto. Così i bambini saranno ospitati temporaneamente all’ex monastero di Santa Teresa. «L’Istituto delle Artigianelle versa in stato di degrado al momento – dice Agata Virzì, una delle mamme -. Non ci sono servizi igienici adeguati, i bagni sono all’aperto, chiusi solo da tendine, la struttura è fatiscente. Protestiamo perché siamo preoccupati per i nostri figli».
«Al primo accenno di protesta ci hanno immediatamente detto che se non avessimo accettato queste condizioni – aggiunge – avremmo benissimo potuto ritirare i nostri figli dall’asilo nido. Noi chiediamo che i nostri figli abbiano il diritto di imparare fin da piccoli e chiediamo migliori strutture e migliori servizi». Solidarietà ai genitori dei piccoli alunni arriva dal Centro sociale Ex Karcere. «Svolgiamo quotidianamente l’attività del doposcuola popolare e conosciamo bene le difficoltà di bambini e genitori nei quartieri – dice Silvia Fabra del Centro Sociale Ex Karcere -. Le strutture non sono sufficienti e, se ci sono, sono pericolanti e inadatte allo svolgimento sereno e tranquillo delle attività didattiche e ludiche che la formazione primaria (sia quella dell’obbligo che non) dovrebbe garantire. Saremo qui a protestare insieme ai genitori dei bambini dell’asilo nido fino a quando non riceveranno una sistemazione adeguata». I genitori chiedono un incontro con l’assessore comunale alla Scuola, Barbara Evola, per «ricevere spiegazioni e soprattutto risposte immediate».
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