Chi c’è dietro l’invasione dei cartelli di compro casa Il metodo «pagamento immediato» partito da Roma

«Io appiccico e basta, mi pagano per appiccicare». Chi la paga? «Gli stessi dei volantini degli ipermercati». Sono queste le risposte pronte e sfuggenti di un signore di mezza età che, qualche settimana fa, batteva la zona di piazza Borgo a Catania per affiggere dei volantini. «Compriamo case in zona velocemente», «Acquisto urgentemente appartamento in zona. Pagamento immediato». Capelli e baffi bianchi, abbigliamento sportivo total black e occhiali da sole coprenti. Così, e con un trolley a seguito, un uomo tappezza il capoluogo etneo con manifestini colorati. Ma chi c’è dietro questi cartelli?

Alla fine c’è sempre lo stesso numero di telefono. E tutti hanno la stessa forma grafica. Colori sgargianti, giallo e arancione, e scritte nere e bianche a caratteri cubitali attirano l’attenzione. Sui muri, sui pali della luce, sulle cassette dell’elettricità, sulle cabine telefoniche oramai quasi in disuso, sulle cassette della posta e su tutte le superfici attaccabili. Il sistema è quello dell’affissione selvaggia, lo scopo è pubblicitario. Anni fa, Roma era invasa da cartelli identici a questi. Ce ne erano in alcuni quartieri periferici come Centocelle ma anche in zone residenziali come San Paolo e in aree centrali come i Parioli. Nella maggior parte dei manifesti della Capitale compariva la dicitura «anche da ristrutturare o occupato» e la scritta «pagamento in contanti». Su un forum sull’argomento in molti scrivono che «i cartelli sono tutti di agenzie mascherate da “investitori”, a caccia di incarichi». Un signore precisa inoltre che «sono una tradizione molto antica acchiappa-polli, li ricordo anche 30 anni fa». 

Adesso, da qualche mese, sono arrivati anche nel capoluogo etneo e non sono passati inosservati. Se ne possono vedere soprattutto lungo via Etnea, via Firenze, in piazza Rosolino Pilo, nella zona di piazza Cavour e di piazza Verga. Stessa grafica, stessi colori, stesso numero di telefono fornito come contatto, e dietro le stesse due società che operano parallelamente, la Uemme24 e la Uemme immobiliarecon oltre vent’anni di storia nel territorio di Roma e provincia. La prima società è specializzata nell’acquisto diretto di immobili, l’altra è operativa nell’intermediazione immobiliare e nella gestione delle vendite. Fondatore e anche titolare del gruppo Uemme è Maurizio Umana, un giovane imprenditore romano.  

Nello specifico, Uemme Srl è stata costituita nel 2005 con un capitale sociale di diecimila euro e la composizione societaria risulta essere divisa tra  Umberto Barbato (95 per cento) e Maria Silvestro (5 per cento). La società ha per oggetto la compravendita di beni immobili ma anche l’esecuzione, per conto proprio o in regime di appalto o subappalto, di lavori di costruzione, manutenzione e riparazione di edifici e opere pubbliche; la costruzione di fabbricati per rivenderli; la compravendita di fabbricati e di aree fabbricabili; l’acquisto, la vendita, la permuta e la locazione di beni immobili e le gestioni immobiliari. Uemme 24 Srl risulta costituita nel novembre del 2014 – con inizio delle attività nell’anno successivo – sempre con un capitale sociale di diecimila euro. Dalla fine del 2017, amministratore unico è Alessio Fioramonti che è subentrato a Dajci Elkent. Nella composizione societaria risultano Maurizio Umana (49 per cento) e Piera Civiletti (51 per cento). La società ha per oggetto non solo l’attività immobiliare (acquisto, vendita, costruzione, ristrutturazione, locazione-conduzione di beni immobili) ma anche l’esercizio dell’attività edilizia sia in proprio che per conto terzi (acquisto e vendita di suoli da edificare, di fabbricati da demolire, ricostruire, ristrutturare o modificare).

«Prego signora, che deve vendere?», è la domanda con cui inizia la conversazione telefonica. «Siamo fisicamente a Roma – risponde l’uomo al telefono con MeridioNews mentre in sottofondo si sentono le voci di altri operatori, come quando si è in linea con un centralino – ma da oltre un anno ormai veniamo ogni settimana a Catania perché abbiamo degli immobili che stiamo vendendo e abbiamo intenzione di aprire lì una sede perché è nostro interesse investire nella zona». E, in effetti, anche sul loro sito è possibile vedere in vetrina appartamenti nel capoluogo etneo. Nei tempi morti della chiamata si sente qualcuno che suggerisce le risposte. «Io volevo capire il pagamento come avverrebbe», domandiamo. «Si però sta chiedendo delle cose che praticamente…e allora parla tu», è frase che il suggeritore dice all’operatore prima che la conversazione venga bruscamente interrotta

Richiamano per chiedere informazioni sull’immobile proposto. Non solo grandezza, composizione, posizione o eventuali problemi di proprietà, ma anche una localizzazione per «poterci già fare un’idea guardando su Google Maps». Dagli annunci non emerge chi ci sia dietro i cartelli. «C’è soltanto un cellulare perché siccome ci chiamano da tantissime zone e ci propongono cose che a noi non interessano, non vogliamo mantenere contatti con persone con cui non vogliamo avere a che fare». Stando a quanto ci riferiscono, nel mercato catanese hanno le «agende tutte piene e programmate». 

Intanto, all’ufficio pubblicità della Ragioneria generale del Comune di Catania sono all’oscuro di questi cartelli, ormai da mesi, in giro per la città e confermano di non avere dato nessun tipo di autorizzazione. «Affissioni di questo tipo – rispondono dalla ragioneria del Comune – non solo non sono state autorizzate ma non sarebbero nemmeno autorizzabili. Azioni come questa, se vengono segnalate, possono anche essere sanzionate da parte dei vigili urbani». L’ente etneo ha, infatti, un regolamento che detta le linee guida su Pubblicità e imposta sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni per il corretto utilizzo delle forme pubblicitarie salvaguardando «le caratteristiche dei siti urbani coinvolti, le compatibilità di natura architettonica, archeologica, artistica, ambientale e paesaggistica». Insomma, nessuno può svegliarsi una mattina e appiccicare volantini senza essere stato autorizzato e senza aver pagato l’utilizzo dello spazio comunale. Ogni pubblicità effettuata in assenza di autorizzazione è abusiva

Marta Silvestre

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