La notizia lascia di stucco: Mariella Maggio (foto a destra tratta da radiortm.it), segretaria generale della Cgil siciliana, sarebbe candidata nel listino che sostiene Rosario Crocetta e nel Pd, collegio di Palermo.
Nulla da dire contro Rosario Crocetta, per carità: soprattutto dopo che ha chiuso la porta in faccia al capogruppo uscente del Partito democratico all’Ars, Antonello Cracolici, che avrebbe voluto ‘intruppare’ nel Partito (e, secondo noi, anche nel listino con lo stesso Crocetta) l’assessore regionale alla Salute uscente del Governo Lombardo, Massimo Russo.
Crocetta, almeno in questa fase, ha dimostrato di essere autonomo rispetto a un Pd siciliano dall’immagine ormai appannata. In ogni caso, la candidatura della leader della Cgil siciliana, Mariella Maggio, in questo schieramento politico – là dove dovesse essere confermata – appare assai inopportuna. Non per Crocetta, ma per lo schieramento politico in cui Crocetta milita: il Pd in accoppiata con l’Udc.
La Cgil siciliana, in questi anni bui della politica siciliana, contrassegnati dal pieno coinvolgimento del Pd nelle peggiori logiche del Governo della Regione e, in generale, della politica siciliana (si pensi alla discutibile gestione della sanità pubblica da parte di Massimo Russo, stigmatizzata, del resto, dallo stesso Crocetta, o al ‘caso’ dell’onorevole Gaspare Vitrano, oggi sotto processo per mazzette), è rimasta correttamente fuori da questi disastri, pendendo le distanze dalle degenerazioni del Governo Lombardo.
Proprio alla luce del corretto atteggiamento tenuto dalla Cgil siciliana rispetto al consociativismo, alle clientele e al pressoché totale fallimento del Governo Lombardo (la stessa Cgil, proprio in questi giorni, difende i lavoratori dei Comuni siciliani lasciati senza stipendi dal Governo della Regione), stupisce e sconcerta la presenza del leader della Cgil siciliana nel listino di Crocetta e, soprattutto, nella lista del Pd nel collegio di Palermo.
Così facendo, la Cgil siciliana, con una scelta molto discutibile, si rende complice del Governo Lombardo e, segnatamente, del Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.
La segretaria generale, Mariella Maggio, non può non sapere che, ancora in questo momento, ‘pezzi’ del Governo della Regione retto dal dimissionario presidente Lombardo sono controllati, con la solita logica consociativa, da uomini del Pd: a cominciare dalla formazione professionale dove il Pd ha imposto, da Roma, Ludovico Albert al vertice burocratico del dipartimento della Formazione professionale. Potremmo citare altri esempi di degenerazioni della vita pubblica siciliana targati Pd che risparmiamo per carità di patria.
A differenza di altre organizzazioni vicine alla Sinistra siciliana (o presunta tali), che sono state, di fatto, collaterali al Governo Lombardo – come, ad esempio, la Cna e la Lega siciliana delle cooperative – la Cgil siciliana, in questi anni, si è tenuta a debita distanza dal Governo Lombardo e dai maneggi del Pd.
Alla luce di tutto questo, la candidatura di Mariella Maggio nel Pd alle elezioni regionali del 28 maggio appare incomprensibile, oltre che profondamente sbagliata.
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