«Avrei dovuto partecipare a una manifestazione del 30 novembre organizzata dal Club Tenco e dal teatro Valle. Ma in seguito allo scontro tra Valle e Siae, il Club Tenco l’ha cancellata. Essendo la Siae partner importante del premio Tenco non viene difficile capire il perché di questo passo indietro». Ha deciso di non ritirare il suo riconoscimento Cesare Basile, cantautore siciliano tra i più apprezzati, vincitore con il suo ultimo album dialettale – che porta il suo stesso nome – del prestigioso premio dedicato al cantautore piemontese Luigi Tenco. Alla premiazione, che si terrà il prossimo 8 dicembre al teatro Petruzzelli di Bari, non parteciperà per «denunciare una situazione che pesa nel settore». E non c’è nessun rimpianto «nell’aver rinunciato a un riconoscimento importante per il lavoro compiuto. Il problema non è quello che lasci, ma quello che dai», spiega.
«Credo che un artista abbia il dovere di schierarsi piuttosto che sottrarsi ai conflitti», è la motivazione data a questa decisione da Basile tramite una nota su Facebook. Giunta a una settimana dai duri attacchi che la Società italiana autori ed editori, per voce del proprio presidente, il famosissimo Gino Paoli, ha fatto in merito al teatro romano «da tre anni operante in regime di illegalità». Esattamente come il catanese teatro Coppola, occupato da un gruppo di attori, musicisti e semplici cittadini nel dicembre del 2011, e di cui Basile è uno dei maggiori animatori. «Non c’è alcuna polemica con il premio Tenco», tiene a precisare Basile, nonostante le dure parole rivolte all’associazione di artisti che assegna annualmente il riconoscimento.
«Se il Club Tenco ritiene di dover sottostare a un ricatto e fare un passo indietro per non “acuire il dissidio tra le due parti”, io reputo opportuno farne uno in avanti per sottolinearlo questo dissidio: conflitto fra chi vuole una cultura liberata e chi, invece, la cultura vuole amministrarla per mantenere privilegi», spiega infatti Basile nel suo sfogo. «Mi sono tirato fuori da un sistema percepito come vecchio e fuori dai tempi in tutta Italia», afferma l’artista, rivendicando l’appartenenza a «un frutto gioioso e libero di un altrettanto gioioso e libero atto illegale», ovvero l’occupazione di un teatro. Riaffermando, con il suo gesto, «la legittimità di questa pratica come risposta a un sistema di gestione dell’arte e della cultura verticistico, monopolista, clientelare». «I recenti attacchi del presidente della Siae, Gino Paoli, e del suo direttore generale Gaetano Blandini contro il teatro Valle occupato e le altre esperienze autogestite sul territorio italiano mi hanno profondamente disgustato – prosegue il cantautore etneo – per toni e arroganza. Attacchi dai quali traspare, tra l’altro, una chiara esortazione allo sgombero».
Basile precisa: «Questa scelta non fa di me un eroe» e ringrazia «tutti quelli che mi hanno votato», nonostante una candidatura inattesa, come ha confessato a CTzen al momento della notizia della vittoria, lo scorso 5 ottobre. Una scelta coerente anche con i contenuti del suo album nato e ispirato dall’esperienza del teatro del quartiere Civita occupato. «Affronto il tema della libertà degli individui nel contesto di questa società e in questo percorso di sfruttamento quotidiano ispirato dalle vicende del teatro Coppola», spiega. Che, dopo l’annuncio, non ha avuto nessun contatto né con la giuria del premio né con la Siae. «Ma la mia lettera sta avendo una forte eco in Rete. E questa non è una soddisfazione del mio ego, ma fa piacere sapere che questa esigenza viene sentita».
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