La firma tanto attesa è arrivata. L’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà ha dato l’ok alla chiusura la procedura, aperta dalla Soprintendenza di Enna, per l’apposizione del vincolo archeologico nell’area di monte Pietraperciata, a Centuripe. Il decreto porta la firma del dirigente generale Sergio Alessandro. Con questo passo viene di fatto disposto il divieto di costruzione nell’area che era stata individuata – e comprata – dalla Oikos per farne una mega-discarica per rifiuti indifferenziati.
La famiglia Proto, in questi anni, ha dichiarato di volere investire in una piattaforma di trattamento della spazzatura nonostante l’indirizzo del governo sia quello di puntare sull’impiantistica pubblica, anche in fatto di discariche. La scommessa degli imprenditori catanesi poggia sulla consapevolezza che i piani della Regione – a partire dalla riforma di settore che da oltre un anno è ferma all’Ars – spesso hanno tempi molto più lunghi delle esigenze quotidiane dei territori. A rispondere era stato nei giorni scorsi l’assessore regionale Alberto Pierobon, che, nel corso di una visita a Centuripe, ha ribadito che nel piano di gestione non sono previsti maxi-impianti nell’Ennese e che, in ogni caso, anche nell’eventualità di future emergenze, le attuali capacità presenti nelle discariche già esistenti garantiscono un orizzonte di tranquillità di oltre cinque anni.
«Ho seguito personalmente la vicenda – dichiara Samonà – perché ritengo bene prioritario la salvaguardia di un’area paesaggistica e ambientale della Sicilia centrale dove sono custodite preziose testimonianze del periodo Eneolitico e del Bronzo antico. Posso dire che qui non potrà sorgere nessuna discarica. Con il vincolo abbiamo voluto proteggere un territorio e la sua storia, scongiurando, definitivamente il rischio di adibire l’area a una discarica che avrebbe prodotto un incalcolabile danno per la collettività tutta. L’istituzione dell’area archeologica, assunta nell’interesse della comunità – precisa l’assessore – non deve essere vista come un limite a fare, ma come un’occasione per apprezzare la peculiarità del proprio territorio e a valorizzarlo, come momento di consapevolezza e coscienza che costringe gli amministratori a farne un buon uso».
«Aspettavamo con trepidazione la chiusura di questa storia – dichiara Dario Gulisano del comitato No Discarica Catenanuova -. Per due anni due comunità hanno combatutto, a dispetto di chi pensava che l’avversario fosse troppo forte. Ma quando ci si organizza sciacalli e speculatori non la spuntano». Salutato il primo risultato, gli attivisti puntano a ottenerne un altro, definitivo. «Il vincolo archeologico copre l’area in cui la Oikos vorrebbe realizzare la vasca. Per la protezione assoluta – aggiunge – ci vorrà il vincolo paesaggistico, per cui spingeremo da subito affinché venga apposto». A impegnarsi per la difesa dell’area dell’Ennese sono stati anche le realtà che, contro Oikos, si battono nel Catanese. «Dobbiamo dire grazie anche ai comitati No discarica di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Il loro contributo è stato fondamentale», conclude Gulisano.
«Un risultato che è stato possibile raggiungere soltanto con l’unione e grazie anche all’opera di sensibilizzazione di diversi intellettuali. Non era un traguardo scontato – commenta Salvatore La Spina, del comitato No Discarica Centuripe -. Con Sicilia Antica, di cui faccio parte, abbiamo chiesto anche l’apposizione del vincolo paesaggistico su tutta la vallate e di quello antropologico su monte Pietraperciata. Lavoreremo innanzitutto per il primo, è fondamentale per mettere al sicuro il nostro ambiente». Ringraziamento anche per il governo Musumeci: «Ci sentiamo di dire grazie non solo all’assessore ai Beni culturali Samonà, ma anche al suo predecessore, il compianto Sebastiano Tusa, e pure all’assessore ai Rifiuti Alberto Pierobon», conclude La Spina.
«Una bella notizia dopo anni di impegno e di battaglie», è il commento di Italia Nostra, una delle realtà associative che hanno seguito l’evolversi della vicenda Centuripe. «Il provvedimento salvaguardeà, da possibili utilizzazioni improprie, un’area archeologica particolarmente importante e un paesaggio tanto superbo quanto integro».
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