Quattro oche sgozzate fatte trovare all’interno dell’abitacolo della propria auotomibile, e un messaggio non scritto: lascia stare, non ti immischiare. Per Michele Sportaro, presidente del comitato per l’acqua e i beni comuni di Centuripe, quanto accaduto la notte scorsa appena fuori il centro abitato dell’Ennese non necessita di particolari interpretazioni, né può essere frainteso. Ha a che vedere con l’assemblea pubblica, tenutasi due giorni fa nei locali parrocchiali, per informare la popolazione sul progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti, presentato dalla società Oikos su 150 ettari ricadenti in contrada Muglia, a pochi chilometri da Catenanuova. Progetto che, per quanto sia descritto come piattaforma per la valorizzazione dei rifiuti, ha tutti i crismi per potere essere definito una discarica. Anzi: una delle più grandi del Meridione, con la vasca più capiente mai realizzata in Sicilia.
«Non ho dubbi – dichiara Sportaro a MeridioNews -. Non ho avuto problemi con nessuno e la tempistica è chiara: chi ha agito lo ha fatto subito dopo un’assemblea partecipata da oltre trecento persone, in cui abbiamo fatto presente cosa qualcuno vorrebbe realizzare poco distante dalle nostre case». L’uomo a metà giornata si è recato nella caserma dei carabinieri, per denunciare l’accaduto. Già dalle prime ore, invece, sono arrivati gli attestati di solidarietà da più parti della Sicilia, mentre tra poco a Catenanuova si terrà un consiglio comunale che ci si attende molto partecipato. «Non ho elementi per dire chi sia stato e la zona in cui ho la campagna non ha telecamere di videosorveglianza – continua Sportato – però sono convinto che c’entra con l’impegno contro questa discarica. Ieri sera ho lasciato l’auto vicino l’ingresso della campagna e sono tornato a casa con un altro mezzo, poi stamattina mi sono accorto di quanto avevano fatto».
Sul progetto per il momento si conoscono gli aspetti tecnici, inseriti nella relazione che Oikos ha presentato al Comune di Centuripe, che sarà chiamato a esprimersi non solo in fatto di autorizzazione ma anche – nella fattispecie sia la giunta che il consiglio – per l’eventuale, e necessaria, variante al piano regolatore. Dato che i terreni per cui Oikos a fine luglio ha firmato un preliminare di acquisto dalla società Sud Agrotur srl – il valore complessivo della compravendita è stato stabilito in oltre quattro milioni e mezzo di euro – sono al momento a destinazione agricola. E così la piattaforma immaginata dalla società della famiglia Proto, che nella relazione tecnica ha ricordato come ai tempi del governo Crocetta le fosse giunta indicazione di provvedere a trovare un altro sito per la stabilizzazione dell’indifferenziato, punterebbe a ricevere ogni giorno mille tonnellate di spazzatura; una quantità che, stando ai ritmi attuali, è pari a circa un terzo di quelli prodotti in tutta l’Isola.
A primo acchito si direbbe qualcosa che poco o nulla ha a che vedere con la linea annunciata dall’attuale governo regionale. In effetti indiscrezioni di questo tipo sono arrivate nei giorni scorsi anche dall’interno degli uffici palermitani, con qualche funzionario che ha ricordato a microfoni spenti come il percorso intrapreso è quello che porterebbe a un’impiantistica di dimensione ridotta e tarata su scala provinciale. A mancare, invece, almeno per il momento, sono le dichiarazioni ufficiali dei vertici politici. Partendo dal presidente Nello Musumeci, probabilmente anche per via dei fatti accaduti negli ultimi dieci giorni in seguito all’ondata di maltempo che prima ha colpito la parte orientale della Sicilia e poi quella occidentale, causando anche la morte di oltre dieci persone. Tra chi ha chiesto una presa di posizione ufficiale da parte del governatore c’è anche il deputato regionale Claudio Fava, tra i presenti stasera a Catenanuova.
E così in attesa di conoscere il pensiero degli esponenti di governo, a prendere la parola sono le associazioni ambientaliste. Come Zero Waste Sicilia. «Questo impianto, insieme ad un impianto di compostaggio di 110 tonnellate, prevede una vasca di 300 metri cubi al giorno di percolato e la trasformazione del secco in combustibile da rifiuti (Css) – si legge in una nota -. Pertanto, invece di recuperare materia prima seconda sotto forma di plasmix, si propone di incenerire il Css e inquinare il territorio con emissioni gassose tossiche, nocive e climalteranti, più nano polveri e perfino scorie liquide e solide (il 25 per cento circa) che vanno in discariche speciali a costi quadrupli per la collettività».
L’associazione, nel sottolineare la propria solidarietà nei confronti di Sportaro, ricordando come i fatti della scorsa notte hanno i tratti dell’intimidazione di stampo mafioso, mette in luce un altro aspetto del progetto che contrasterebbe con quanto previsto dalle norme che regolano la realizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti. «Devono sorgere ad almeno cinque chilometri dai centri abitati, il progetto di Oikos non rispetta questo vincolo», dichiara a MeridioNews Anna Bonforte Papale, tra le persone che più negli anni passati si sono battuti contro l’impianto che la famiglia Proto ha a Motta Sant‘Anastasia. La conferma alle parole della vicepresidente di Zero Waste Sicilia arriva proprio dalla relazione che Oikos ha inviato anche alla Soprintendenza di Enna: la discarica sorgerebbe a soli tre chilometri da Catenanuova.
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