«Quello che ho capito? Che il Comune e i suoi cittadini non contano nulla». Non si dà pace la consigliera comunale di Terrasini Eva Deak, che ieri ha affrontato nuovamente la questione dell’impianto di compostaggio e stoccaggio dei rifiuti da realizzare in contrada Paterna al dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Tra i presenti, l’assessore Alberto Pierobon, anche se dopo dieci minuti si sarebbe dileguato, e alcuni funzionari. «I tecnici, pur con garbo, hanno ribadito che per loro tecnicamente non ci sono impedimenti – racconta la consigliera -, hanno insistito sul fatto che le revoche dei pareri degli uffici comunali non sono sufficientemente ed esaustivamente motivate per costituire motivo di sospensione/annullamento dell’autorizzazione, che il decreto è firmato e che possiamo se vogliamo ricorrere al Tar».
I tecnici, insomma, non hanno lasciato molte speranze all’amministrazione comunale di Terrasini, che continua a ribadire a gran voce il proprio dissenso nei confronti della recente decisione assunta dalla Regione di dare il via alla realizzazione dell’impianto. A nulla sembrano essere valse le osservazioni mosse, l’unica strada resta quella del ricorso. Anche a dispetto delle numerose incongruenze e anomalie legate al progetto del centro rifiuti. Non importa, quindi, che originariamente l’assenso sia stato dato a una persona fisica e non all’azienda che all’epoca ancora neppure esisteva; non importa che l’approvazione iniziale sia stata concessa a un progetto poi cambiato e modificato in corso d’opera; non importa che nelle immediate vicinanze del luogo in cui dovrebbe sorgere l’impianto ci siano abitazioni e aziende agricole che hanno fatto delle coltivazioni biologiche e a chilometro zero un punto di forza e un fattore di prestigio riconosciuto in tutto il mondo.
«Non conta – continua infatti Deak – se l’amministrazione intera, il consiglio e la popolazione non lo vuole. Insomma, ci hanno dato picche. Gli impianti vanno realizzati (tanto meglio se privati, almeno risparmiano pure questi soldi!). Non ho mai capito perché coloro che dovrebbero essere interessati alle strutture pubbliche difendono strenuamente quelle private, perché coloro che dovrebbero esigere la perfezione da un privato (che peraltro tratta materiali delicati come i rifiuti) invece semplificano e passano sopra qualsiasi cosa», si chiede la consigliera. Spalle al muro, Eva Deak anziché abbassare la testa ha deciso di farsi avanti con un suggerimento estremo: «Ho proposto ai consiglieri di opposizione di dimetterci in blocco se necessario, ed estenderò l’invito anche ai consiglieri della maggioranza, al sindaco e alla giunta – spiega -, per dare un segnale e chiedere con forza il rispetto di ciò che una amministrazione ed il consiglio devono rappresentare per i cittadini secondo le leggi dello Stato e secondo lo statuto del Comune. Se non ci è permesso farlo, se non possiamo difendere il territorio e la comunità, se vengono calpestati questi diritti, tanto vale dimetterci».
«È chiaro – conclude – che la responsabilità deve essere condivisa e non può essere di pochi. Anche perché ci siamo consultati già con un avvocato, che ci ha detto in modo chiaro che è un ricorso complicato in un periodo complicato, in cui il Tar non si assume con facilità la responsabilità di bloccare iter di impianti di questo tipo necessari in Sicilia. Oggi dobbiamo essere pronti tutti a difendere il territorio. È ora di dimostrare con i fatti ciò che si è professato per mesi a parole». Ferma anche la posizione del primo cittadino Giosuè Maniaci, anche lui presente all’incontro in viale Campania. «Abbiamo ribadito l’assoluta contrarietà di istituzioni e cittadini di Terrasini alla realizzazione dell’impianto della Edil Ambiente in contrada Paterna – commenta – e abbiamo rimarcato la volontà di adire le vie legali avverso il DDG n. 774 del 17/7/2018, con il quale l’Assessorato Regionale all’Energia ha concesso l’autorizzazione da noi contestata. Ai cittadini terrasinesi chiediamo di essere vicini alle istituzioni comunali in questa ennesima battaglia per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio».
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