Catania torna in piazza contro i tagli Cortei degli studenti e dei sindaci

I tagli ai servizi pubblici portano ancora una volta Catania in piazza. Stamattina due cortei hanno attraversato la città: gli studenti delle scuole catanesi hanno sfilato da piazza Roma al monastero dei Benedettini, dove si è svolta un’assemblea pubblica. Più inusuale, invece, vedere un corteo di sindaci, presidenti di consigli comunali e consiglieri provenienti da tutta la provincia. Ciascuno accompagnato dal suo drappello di vigili urbani. Nessuno striscione, nessun megafono. Non si sono sentiti i classici cori contro qualcuno, perché quella di stamattina per il centro di Catania, sottolineano i partecipanti «non è stata una protesta, ma una richiesta di confronto». Una cinquantina di primi cittadini, convocati dal sindaco di Catania Raffaele Stancanelli per far sentire la loro voce contro i tagli agli enti locali da parte della Regione e del Governo nazionale e per chiedere nuove strategie sui rifiuti e sul patto di stabilità.

Il corteo ha sfilato dal cortile Platamone fino alla Prefettura dove i sindaci hanno presentato al viceprefetto (il prefetto era assente) un documento con un elenco di richieste raccolte in cinque punti: condividere un progetto comune per prorogare i contratti di precariato a partire dal 1 gennaio 2013; tornare all’affidamento diretto ai comuni del servizio di raccolta dei rifiuti, superando «l’obbligo consortile» che attualmente vige con gli Ato e che la riforma del precedente governo Lombardo confermerebbe attraverso la costituzione delle Srr, le società per la regolamentazione del servizio dei rifiuti. Quindi l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità regionale e la garanzia dei trasferimenti che i Comuni aspettano dalla Regione e dallo Stato. I sindaci della provincia di Catania infine annunciano l’adesione alla piattaforma proposta dall’Associazione dei comuni siciliani.

Poco distante gli studenti danno vita al sesto corteo, circa un migliaio di persone, di questo lungo autunno caldo della scuola. La protesta di oggi si inserisce nella mobilitazione nazionale in occasione dello sciopero convocato per oggi e domani dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil. Da settimane molte scuole di Catania e della provincia sono in autogestione, qualcuna ha optato per l’occupazione, ma i tentativi sono stati bloccati rapidamente dalle forze dell’ordine. «Abbiamo ottenuto lo stop della legge Aprea che è stata sospesa – spiega Alessio Grancagnolo, rappresentante d’istituto del liceo scientifico Principe Umberto – ma restano le misure ingiuste del ddl sulla stabilità che taglia fondi per 1miliardo e mezzo alla scuola pubblica e garantisce 250milioni di finanziamenti alla scuola privata. Per evitare colpi di coda di fine legislatura manteniamo alto il livello di guardia».

Salvo Catalano

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