«Alcuni clienti hanno disdetto la prenotazione per il timore che le montagne di spazzatura mettano in pericolo la qualità dell’aria e la salute». Il mare, l’Etna, il Barocco, gli arancini e neanche Sant’Agata. Gli innumerevoli motivi d’attrazione di Catania si fermano di fronte alle disdicevoli cartoline che, sette mesi dopo l’ultima emergenza rifiuti, sono tornate a diffondersi in giro per il web. Dietro ai cumuli di sacchetti che in più zone della città occupano i marciapiedi e sommergendo gli stessi cassonetti, ci sono le tante criticità che interessano il settore dei rifiuti in tutta la Sicilia e che negli ultimi giorni sono tornate prepotentemente a farsi sentire in seguito alla comunicazione da parte di Sicula Trasporti di una nuova riduzione dei quantitativi in ingresso nell’impianto di trattamento meccanico-biologico. A chi però arriva da fuori, ma anche a chi a Catania ci vive da sempre e magari fa parte di quella parte di cittadini che paga la Tari, delle lungaggini burocratiche e del rimpallo di responsabilità tra Regione, Srr e Comune interessa poco.
«Finalmente i turisti stavano iniziando a ritornare, dopo i periodi di magra legati al Covid e ci ritroviamo di fronte a questo nuovo problema. Che pregiudica le attività ricettive ma fa perdere anche la faccia alla città». A contattare MeridioNews è il gestore di un bed and breakfast situato non lontano da piazza Alcalà. E quindi a poche centinaia di metri dal porto, ma anche da piazza Duomo. «Ci sono punti in cui letteralmente non è possibile spostarsi a piedi per le montagne di spazzatura che ostruiscono il passaggio», racconta l’uomo. Un resoconto che non necessita di particolari verifiche: basta fare un giro per la città, centro o periferia cambia poco, per accorgersi di come la nuova emergenza igienico-sanitaria sia già esplosa. «Da cittadino, ancor prima che piccolo imprenditore, chiedo che le istituzioni trovino le soluzioni a un problema che sta rendendo impossibile vivere a Catania – continua -. Ho scritto diversi post su Facebook, chiamando in causa anche i componenti della giunta e sono stato contattato dall’assessore Andrea Barresi. Si è fatto carico della mia segnalazione e mi ha spiegato che l’emergenza non dipende dal Comune ma dai mezzi rimasti in fila in attesa di scaricare. Ha aggiunto che la situazione dovrebbe migliorare in questi giorni, io lo spero».
Al degrado causato dalla mancata raccolta dei rifiuti si aggiungono altri disservizi. «Da una decina di giorni ci sono diverse strade al buio nella zona di via Cristoforo Colombo – prosegue il titolare dell’attività ricettiva -. A quanto pare sono stati rubati dei cavi da una cabina elettrica. Ciò contribuisce alla generale sensazione di abbandono». Dalla desolazione ai timori per la sicurezza il passo è breve. Non solo quella potenziale: «Due ragazze che hanno affittato una camera non volevano lasciare la struttura, perché – aggiunge il gestore – avevano paura di uscire da sole e dovere attraversare intere zone prive di illuminazione. Non mi è rimasto altro da fare che accompagnarle per tutta la sera, altrimenti avrebbero rischiato di rovinarsi ulteriormente la vacanza». A completare il quadro, infine, ci sarebbe un aumento degli episodi di microcriminalità. «Da qualche tempo, non c’è serata senza che qualche auto non venga scassinata. Rompono i finestrini per guardare cosa c’è negli abitacoli, magari qualche borsa o bagaglio. È chiaro che – conclude – ciò viene amplificato in una zona in cui tutto sembra essere fuori controllo».
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