Catania e Orlando, intesa ritrovata su relazione Mef     «Piano pubblicità e regolamento dei mercati priorità»

Giovedì è stato il portavoce unico di una maggioranza che, al primo scoglio serio della legislatura, ha dimostrato compattezza e solidità nel faccia a faccia tra il sindaco Leoluca Orlando e l’opposizione dopo la relazione degli ispettori del Ministero dell’Economia. Il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania ha difeso per quasi mezzora l’amministrazione incassando ancora una volta la fiducia degli orlandiani e del Professore, che annuiva visibilmente durante il suo intervento e che già nella scorsa legislatura lo aveva premiato affidandogli una delega delicata come la Mobilità.

L’esponente di scuola rifondista è stato il volto delle pedonalizzazioni e della Ztl e ora che è passato tra i banchi di Sala delle Lapidi è stato da subito tra i consiglieri più attivi, di lotta (con la sua lettera aperta a inizio mandato alla sua erede Iolanda Riolo) e di governo, scelto ieri come simbolo di un centrosinistra anomalo che, ha assicurato Orlando, «governerà per altri cinque anni». «Lo ha detto il sindaco e lo ripeto anch’io – dice Catania ai taccuini di Meridionews -. Abbiamo avuto motivi di dissenso politico alle regionali, è cosa nota, sostenendo due candidati diversi alla presidenza, ma questo non ci ha impedito di rivolgere lo sguardo nella stessa direzione per il governo della città».

A differenza della maggioranza, l’opposizione si è un po’ scollata. Sembra essersi scavato un solco, infatti, tra la contestazione dura e pura dei pentastellati, unici a ventilare la richiesta di dimissioni del sindaco insieme a Sabrina Figuccia (Udc), e le altre forze della minoranza, che hanno avuto un atteggiamento più attendista, pur rimanendo critiche sul funzionamento di uffici e partecipate e sulla tenuta dei conti. «Questo a mio avviso deriva dalla consapevolezza da parte di chi fa opposizione e ha esperienza d’aula del fatto che la relazione sia una bolla di sapone e che la vicenda sia priva di forza, addirittura marginale – sostiene il capogruppo di Sc -. Alcuni rilievi sono minimi, altri sconclusionati. Chi sa leggere le carte con più esperienza sa che la relazione aveva una certa inconsistenza. Non si parla né di dolo, né di grave danno né di corruzione. I Cinque Stelle invece hanno scambiato il luogo istituzionale per una sorta di arena dove fare i comizi in piazza. I loro attacchi, entrando nel merito, sono stati inconsistenti. Volevano solo aizzare il pubblico che si sono portati dietro dopo aver caricato la vicenda di aspettative eccessive».

Ribadisce i concetti già espressi in aula parlando di «un tentativo che va avanti da anni di ingabbiare la capacità di autogoverno degli enti locali dentro uno schema preconfezionato riducibile ad alcuni parametri rigidi che stanno dentro le logiche del patto di stabilità europeo, indipendentemente dalle condizioni sociali e lavorative, dalla posizione geografica, dalle esigenze reali del territorio. Una logica funzionale alla riduzione della spesa del personale e alla privatizzazione di pezzi delle amministrazioni locali e di conseguenza dei servizi. Una logica di profitto. Ma i comuni non devono produrre utili ma servizi, non possono stare dietro ai profitti e agli equilibri di bilancio perché sono concetti che valgono per le aziende private».

E, tra le tante contestazioni sollevate dagli ispettori ministeriali, fa un esempio: «Ammesso e concesso che ci sia da fare un concorso per i dirigenti tecnici, oggi il Comune della quinta città d’Italia vive il paradosso di avere un solo dirigente tecnico che fa tutto: pianificazione urbanistica, edilizia pubblica e privata, città storica, sportello unico, edilizia scolastica, piano del traffico. Tutto, dal piano regolatore al cartello stradale. È immaginabile che non si faccia niente? Ogni giorno di ritardo è un danno economico perché ci sono cittadini che aspettano le autorizzazioni, imprese che non possono partire con i lavori, scuole che aspettano la manutenzione».

Ma la relazione può essere uno spunto per ridare slancio all’azione amministrativa? Passata la tempesta della campagna elettorale per le regionali, l’opposizione chiede di accelerare sui provvedimenti più urgenti e uno dei temi caldi sollevati dalla relazione è il cattivo stato di salute delle partecipate. «Sicuramente Orlando deve nominare al più presto il presidente della Rap. È vero che il collegio sindacale può operare ma serve una guida politica di un presidente. E poi c’è la necessità di rivedere i contratti di servizio, in particolare di Rap e Amat».

E Catania spiega in cosa, a suo parere: «La Rap deve avere la possibilità di intervenire per contratto in tutta la città e in tutti i luoghi, indipendentemente a chi appartengano, se questo o quello spazio appartenga o meno al demanio o sia stato o meno consegnato al Comune. Serve un contratto onnicomprensivo per tutti i tipi di servizi, la Rap deve avere competenza totale sull’igiene ambientale». Anche per porre fine a surreali sovrapposizioni di compiti, che vedono, ad esempio, Reset e Rap impegnate contemporaneamente nella pulizia dei marciapiedi, l’una per spazzare foglie e ramaglie e l’altra per ritirare, spesso dopo giorni, i cumuli depositati sul ciglio della strada. «Sono d’accordo, basta con la compartimentazione delle competenze. Questo comporta la modifica dei contratti di servizio anche di altre aziende e la mobilità interaziendale con il trasferimento di lavoratori da una partecipata all’altra».

Per l’Amat invece «il nuovo contratto di servizio dovrà mettere a punto le competenze oggettive che riguardano la Ztl. Quando abbiamo fatto il contratto di servizio la previsione di incasso dalla Ztl era di 30 milioni ma quella stima si è scontrata con il giudizio del Tar e va cambiata». Catania chiama a raccolta la maggioranza e il sindaco per stabilire «le quattro, cinque priorità da cui ripartire: completare il piano pubblicità, il regolamento unico dei mercati, il decentramento e le nuove consulte per garantire la partecipazione. Ci siederemo con il sindaco e gli altri gruppi della maggioranza per decidere il percorso da fare insieme». E a proposito di zona a traffico limitato, il capogruppo di Sc lancia un assist a Riolo: «Non credo che la questione del pass giornaliero sia decisiva. Per scoraggiare i furbetti è fondamentale completare il sistema dei varchi con la videosorveglianza. Il piano originario prevede che i varchi con telecamera passino ora da cinque a tredici».

Gaspare Ingargiola

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