Catania e le sue piste ciclabili «spezzate»: la mappa «Serve una rete, le strade non sono solo delle auto»

Nelle intenzioni del Comune di Catania c’è da tempo la volontà di creare una
rete ciclabile che colleghi l’intera città. Eppure tra il dire e il fare ci sono di mezzo i chilometri. Spezzoni di piste ciclabili, non collegati tra loro né integrati nel sistema del traffico, che sembrano più pensati per passeggiate domenicali piuttosto che a creare una effettiva alternativa di mobilità sostenibile

«Una
frammentazione di tratti destinati alle due ruote che è utile solo relativamente», commenta a MeridioNews Marco Oddo, presidente della Fiab Catania che da poco ha anche preso la qualifica di esperto promotore della mobilità ciclistica all’università di Verona. Quello che chiede chi ha fatto della bici il mezzo per muoversi in città è «una rete, fatta anche di zone della strada con promiscuità con altri mezzi, che assomigli a uno scheletro che collega la testa ai piedi». L’idea, dunque, è di non pensare solo a infrastrutture dedicate da realizzare da zero, ma di «creare delle aree pedonali o delle nuove Ztl che, con costi irrisori, permettano di vivere la strada non solo alle auto». 

«Stiamo già lavorando molto in questa direzione – afferma a
MeridioNews l’assessore Giuseppe Arcidiacono che ha la delega anche alla Mobilità – ma, in un momento in cui il Comune è soffocato dalle gravi difficoltà dovute al dissesto, non possiamo avere questo come primo obiettivo». Intanto, proprio nei giorni scorsi, c’è stato un incontro con alcune associazioni cittadine che promuovono la mobilità sostenibile per illustrare un piano per la realizzazione di piste ciclabili con un finanziamento Pon Agenda 2000 di circa 9 milioni di euro.

«L’idea che arriva dagli uffici comunali è quella di
realizzare 30 chilometri di piste ciclabili con annessi servizi, tipo wi-fi, panchine e chioschi», spiega a MeridioNews la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello. L’ipotesi principale messa in campo dal Comune è congiungere la pista ciclabile del Lungomare con quella della Playa, niente di diverso da quanto già previsto nello schema originale rimasto finora solo sulla carta. Per il progetto da realizzare con i fondi europei è previsto un concorso di progettazione di professionisti. «Serve creare una rete, non tanto per la passeggiata dei turisti o dei ciclisti della domenica, ma – sottolinea Sorbello – per fare della ciclabilità una mobilità alternativa che aiuti anche la deflazione delle auto nel centro cittadino». Per questo una rete ciclabile ideale dovrebbe «intersecare punti di intermobilità (stazioni ferroviarie, fermate di autobus e metropolitane, ndr) e strategici come scuole, università e uffici ed essere realizzata sulla strada magari». 

Pista ciclabile del Lungomare. Collega piazza Sciascia e piazza Mancini Battaglia passando per viale Ruggero di Lauria. Lunga 2,2 chilometri, si sviluppa lungo la banchina lato mare, con due corsie per senso di marcia, ciascuna larga 1,25 metri. L’infrastruttura, che ha avuto un costo complessivo di circa 496mila euro, però non è collegata né con corso Italia né con viale Africa. In questo modo, il ciclista deve scendere dalla bicicletta, attraversare a piedi e proseguire verso piazza Europa lungo un tratto con una curva cieca in salita. Nel 2016 è stata inaugurata tre volte: prima a maggio, poi a giugno – quando è stata intitolata alle staffette partigiane  e infine a dicembre. A restare invariato è il problema sicurezza legato ai cordoli: un continuo alternarsi di blocchetti rossi e bianchi distaccati tra loro che separano la striscia blu riservata alle due ruote dalla carreggiata per le auto.

Pista ciclabile della Playa. Nel progetto iniziale avrebbe dovuto essere la prosecuzione della pista ciclabile del Lungomare. In pratica, però, è un breve tratto che va dall’ingresso del porto fino a un certo punto di viale Kennedy.

Pista ciclabile San Berillo-Stazione. Inaugurata nel 2015, collega piazza Spirito Santo alla stazione centrale, passando lungo via Giovanni Di Prima. Questa pista, lunga poco più di un chilometro, nel progetto iniziale doveva collegare anche il viale Africa a piazza Europa, in modo tale che l’unione con quella del Lungomare potesse creare una pista di maggiore estensione. In realtà, è un tratto poco utilizzato anche per via delle macchine e dei motorini spesso parcheggiati lungo il percorso

Pista ciclabile di Librino. Lunga ottocento metri lineari per un costo di 1,5 milioni di euro, la pista ciclabile del quartiere satellite progettato dall’architetto giapponese Kenzō Tange dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno. A due anni dalla pubblicazione del bando da parte del Comune di Catania, dopo avere accumulato una serie di ritardi, l’infrastruttura collegherà viale Grimaldi all’istituto comprensivo Vitaliano Brancati, passando dietro il campo da rugby dei Briganti, con un’area a ridosso di alcuni palazzoni in viale San Teodoro, nella zona degli orti urbani. Il progetto è stato inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2017/2019 ed è stato finanziato con i soldi del Patto per Catania. Una pista ciclabile bidirezionale – larga tre metri e fatta di un conglomerato bituminoso colorato – che sarà dotata di un sistema di smaltimento delle acque meteoriche e di un impianto di illuminazione a led a basso impatto energetico. Oltre a questo, pure un marciapiede pedonale – largo circa un metro e mezzo – affiancato da un muretto basso (50 centimetri) in calcestruzzo sagomato a forma di sedile. Inoltre, per evitare che la pista venga utilizzata da autoveicoli, saranno posti nella carreggiata dei paletti dissuasori. 

Marta Silvestre

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