Politica

A Catania il Consiglio comunale del sento-non sento. Presidente Anastasi: «La piattaforma non è adeguata»

Almeno la prima mezz’ora della seduta del Consiglio comunale di Catania passa solo tra i «mi sentite?» scanditi e ripetuti al microfono dal presidente Sebastiano Anastasi. In aula i posti vuoti sono molti, sarà che questa consiliatura oramai è alle battute finali e alcuni consiglieri sono già candidati alle prossime Comunali. In ogni caso, dopo diverse segnalazioni di malfunzionamento, al presidente tocca verificare che i consiglieri collegati da remoto siamo messi nelle condizioni (di base, tipo sentire l’audio) per partecipare ai lavori nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti.

Questo già dopo una breve sospensione dovuta al fatto che nella piattaforma per il pubblico l’audio non era affatto attivo. Mentre, per legge, ogni amministrazione è tenuta a dotarsi di strumenti e servizi per rendere più trasparenti le attività e permettere la partecipazione dei cittadini. «Purtroppo – afferma il presidente Anastasi in un momento in cui si sente l’audio – questa piattaforma io non l’ho scelta, l’ho ereditata e la sto subendo. Ma non è adeguata – ammette – e i tecnici fanno miracoli». La promessa di Anastasi è di lasciare al prossimo civico consesso una piattaforma migliore, questione su cui pare si stia già lavorando. Ma, neanche il tempo di gridare al miracolo, quando si riprende, la situazione seppur migliorata (non più a livello del cinema muto degli ultimi anni dell’Ottocento) non lo è di molto: per chi è collegato dalla piattaforma, l’audio continua a sentirsi a stento a un volume bassissimo.

Tutta la seduta resta un continuo di sento-non sento. Anche quando, superato lo scoglio del numero legale che tiene all’ennesimo appello di presenti e assenti, si passa a trattare i temi all’ordine del giorno: il regolamento della consulta comunale per la disabilità e il regolamento per l’integrazione della retta per l’inserimento degli anziani e degli inabili in casa di riposo, protetta e in comunità alloggio. Con consiglieri presenti in aula e che vogliono intervenire, come per esempio il già sindaco e già di nuovo candidato sindaco Enzo Bianco, costretti a spostarsi dal loro posto in aula per usare un microfono che funziona. Alternativamente, però: quando sentono i consiglieri collegati in remoto, non sente il pubblico. E viceversa. Fino a quando, con la diretta dall’aula ancora – teoricamente – in corso, i problemi dall’audio passano anche al video: non solo muto ma con lo schermo che improvvisamente diventa tutto nero. Questioni tecniche che per l’assise cittadina, non sono una novità. Nel 2020, quando il presidente del Consiglio comunale etneo era ancora Giuseppe Castiglione (che oggi è deputato all’Ars), si era assistito a un botta e risposta tra il Comune di Catania e i gestori della piattaforma già alla prima seduta online. Uno scarica barile, dopo il flop iniziale, che aveva rischiato di finire anche in sedi legali.

Marta Silvestre

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