Catania città verde come Riga e Barcellona? Il Comune: «Tocca anche ai cittadini»

«Scambi di esperienza tra città verdi per alimentare percorsi di dialogo tra sistema pubblico e sistema finanziario, interpellando anche esperti del settore». Si chiama Going Green. Green mobility in Catania ed è il primo degli incontri Green it network Europe. Un programma finanziato dalla Commissione Europea che coinvolge città come Riga, Amsterdam, Barcellona e Manchester.

Un’occasione per riflettere sul da farsi qui e altrove, confrontando l’esperienza etnea con quella di altre città europee. Ma a chi Catania la vive come l’opposto di una città verde, d’esempio ecosostenibile, sembra un controsenso. Eppure, «se sta all’interno di questa rete è proprio perché i suoi progetti di mobilità urbana vanno in questa direzione», chiarisce il coordinatore. Diventare una città green? «Catania lo vuole fare, lo sta facendo», dice l’esperto del Comune per la mobilità, Giacomo Guglielmo. «Abbiamo già degli interventi finanziati, pronti a partire, che puntano sulla riduzione dei consumi energetici, che dovrebbe consentirci di riuscire a risparmiare fino a un milione di euro», dice Crimi. «Sono il risultato di tre anni di progettualità, studi del territorio e ricerca fondi», spiega Guglielmo.

«La nostra è una città in cui l’inquinamento viene maggiormente dal traffico. E molti dei nostri interventi, come il raddoppio delle isole pedonali e delle Ztl (zone a traffico limitato) o l’attivazione dei parcheggi scambiatori, puntano a migliorare il piano urbano», continua Guglielmo. Anche se, il più delle volte, i risultati di queste modifiche nel piano urbano sono stati appena percepiti. Le zone a traffico limitato, in particolare, spesso sono transitate anche da mezzi non autorizzati. «Sono tutti multati», risponde Guglielmo. «Noi le soluzioni le stiamo attuando. Ma sta anche ai cittadini comprenderle e rispettarle».

«Porre le condizioni di un sistema che punti a sfruttare fondi strutturali per accrescere l’utilizzo di energie verdi. E’ questo lo scopo di queste occasioni», spiega Davide Crimi, coordinatore del progetto per Catania. Non solo pura formazione, quindi, ma anche progettualità. Rigorosamente verde. «Se Catania è stata inserita in questa rete è perché abbiamo insistito molto sulla morfologia del territorio – continua – Si tratta di una città tra il vulcano e il mare per cui va applicata una metodologia particolare, che porti a ragionare anche con la Protezione civile sulla sicurezza dal punto di vista del rischio sismico».

Intanto, in previsione dei prossimi interventi, «siamo riusciti ad ottenere il fondo europeo di sviluppo regionale/asse VI per 40 milioni di euro già decretati, che saranno spendibili nell’arco di un anno», dichiara Guglielmo. «Di queste risorse, destinate parte alla mobilità e parte ai servizi sociali, 24 milioni di euro saranno spesi per interventi di politica verde. La maggior parte, infatti, serviranno per acquistare flotte di autobus urbani ecologici».

Di questi temi si discuterà ancora domani, ultimo giorno di incontri al palazzo della Cultura. Tra gli interventi in programma, l’esperienza di Roma, i sistemi di trasporto moderni nelle aree metropolitane, mobilità e cooperazione tra sistemi pubblici e privati.

Federica Motta

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