«Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d’accordo con quelle parole, come ogni bambino». Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna, nel corso della celebrazione delle esequie della bambina uccisa dalla madre Martina Patti, lunedì 13 giugno, in un terreno di Mascalucia, al confine con il territorio di Pedara. A partecipare alla funzione religiosa, tenuta per motivi d’ordine pubblico, sono centinaia di persone. Presenti i familiari del padre della piccola, Alessandro Del Pozzo. Alcuni indossano una maglietta bianca con impresso il volto di Elena. All’esterno della chiesa, prima dell’ingresso della bara bianca, sono stati fatti volare in cielo dei palloncini. «Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato», ha detto l’arcivescovo, che prima dell’inizio della messa ha abbracciato i parenti.
L’omelia è stata aperta ocn un brano tratto dal vangelo secondo Marco. Renna ha esortato gli adulti a «non insegnare la violenza delle parole ai figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino – ha proseguito l’arcivescovo – non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo di buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione d’ogni violenza. Solo così non ci saranno più funerali come questo». Il monsignore ha poi citato Janusz Korczak, pedagogista polacco morto nel campo di concentramento di Treblinka e ha invitato gli adulti ad alzarsi «sulle punte dei piedi, per stare all’altezza dei bambini. Quando non mettiamo al centro i piccoli, perdiamo il metro per giudicare ciò che è importante. Cari adulti, tenete fuori i bimbi dai vostri conflitti. Ci sono altre strade da percorrere, molto più sicure per la gioia di tutti, per vedere ritornare il sorriso sul volto dei piccoli: il dialogo, il perdono, l’umiltà di chi vuol riparare, saper uscire in punta di piedi dalla vita dell’altro, con rispetto e con la mitezza».
All’esterno della cattedrale, l’area di piazza Duomo è stata transennata. Presenti gli agenti di polizia, l’esercito e la Protezione civile. Il questore ha ristretto la possibilità di portare telecamere e macchine fotografiche. Diverse le persone che hanno seguito la celebrazione dall’esterno della chiesa. La funzione è stata più volte interrotta da applausi e da un coro dedicato alla bambina.
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