Catania candidata Città europea dello sport Società sportive: «Il commento? Una risata»

Catania candidata a Città europea dello Sport 2017. La corsa della città etnea per ospitare la manifestazione – per la quale concorrono Cagliari, Forlì, Montecatini Terme, Orvieto, Pesaro e Vicenza – è stata ufficializzata a Roma dal sindaco Enzo Bianco davanti al presidente del Comitato olimpico Giovanni Malagò. «Gli impianti di Catania – dice il primo cittadino – sono in grado di ospitare qualsiasi evento sportivo anche di alto livello». Ma sono numerose le società e le associazioni sportive catanesi che lamentano da tempo malfunzionamenti, disservizi e inagibilità di palazzetti dello sport, stadi, piscine e di altri edifici sportivi comunali. 

«Quelle di Bianco sono delle dichiarazioni paradossali – dice al telefono Salvatore Mirabella, consigliere del direttivo Catania al Vertice e presidente dell’associazione Come Ginestre – come lo è accostare la piscina di Nesima, il PalaGalermo, il PalaSpedini, il Palanitta, il campo scuola, il duca D’Aosta o il Santa Maria Goretti a standard sportivi di alto livello». Per ognuna di queste strutture Mirabella individua dei problemi che sarebbero rimasti da tempo irrisolti. Per esempio nell’impianto che ospita la piscina «i motori che fanno funzionare le pompe sono precari, i filtri non vengono cambiati da decine di anni, le tribune non sono agibili». A maggio, su segnalazione di alcuni genitori, gli spalti furono fatti evacuare dalle forze dell’ordine perché non omologati per il numero di spettatori presenti. Il Palaspedini «è obsoleto ed è ormai usato come dormitorio per ospitare migranti». All’interno del PalaGalermo «si sono verificati innumerevoli intrusioni, con furti e danneggiamenti». Non starebbe meglio il campo scuola, dedicato all’atletica leggera: «Il tappetino per la corsa è distrutto e il terreno verde viene chiamato “campo di cipolle“». 

Le condizioni del PalaNitta – «dove si è dovuto rattoppare il parquet e sistemare gli spogliatoi» – hanno spinto il presidente del Catania calcio a 5 Antonio Marletta ad anticipare le spese e ipotizzare poi l’abbandono del palazzetto dove la squadra gioca le gare interne. I campi comunali della città come il Duca D’Aosta – tutti, ad eccezione dello stadio Angelo Massimino – «sono in terra battuta, ben lontani dalle condizioni sufficienti per ospitare degli eventi di alto livello». Discorso simile per lo stadio di rugby intitolato a Benito Paolone, che si trova nel quartiere Santa Maria Goretti. «Le tribune sono inagibili, di quattro spogliatoi ne funzionano due – dice a MeridioNews Christian Di Mauro, atleta degli Elephants Catania – dei due campi a disposizione uno sembra coltivato a patate e l’altro, dove c’è un po’ di fondo verde, rimane in terra alla fine della stagione». E sulla possibilità di ospitare incontri europei «posso commentare con una risata? – domanda il giocatore di football americano – Servirebbe prima un investimento importante».

Una commissione – composta da incaricati dell’associazione Capitale europea dello Sport, che promuove l’iniziativa – entro la primavera del 2016 stabilirà se Catania rispetta i parametri per entrare nell’elenco delle città prescelte. Tra questi, oltre alla qualità delle infrastrutture, saranno valutate anche la promozione della salute e dell’integrazione dei cittadini. «Nessuna di queste strutture, tranne la piscina di Nesima, è totalmente accessibile ai portatori di handicap – precisa il presidente di Come Ginestre, Salvatore Mirabella – sfido il sindaco a fare un giro insieme per verificare se quello che dico non è veritiero». Il sopralluogo della commissione giudicante «avverrà di sorpresa, ma non troppo – rispondono dall’ufficio del sindaco – e valuterà la città anche in base alle manifestazioni che ha ospitato negli ultimi anni». 

Il Comune punterebbe molto sul punteggio garantito grazie all’organizzazione dei Mondiali militari e del più recente Torneo internazionale di Pallavolo femminile. «Siamo sicuri di fare bella figura, abbiamo delle strutture all’altezza». Ma prima che la commissione chieda di vedere «tutte le strutture sportive della città», il Comune avrebbe intenzione di «ripulire quelle che necessitano di sistemazione». L’inclusione nell’elenco delle città europee dello sport «non prevede alcun accesso a fondi nazionali o europei – aggiungono dal Municipio – ma sarà solo la possibilità di mettere in vetrina la città e partecipare alle iniziative promosse dall’associazione».

Marco Di Mauro

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