Per gli inquirenti Antonino Biancorosso, esponente della famiglia mafiosa di Castronovo di Sicilia, sarebbe stato in grado di condizionare le gare di appalto relative al trasporto comunale degli alunni del Comune, con la complicità e l’ausilio di dirigenti e impiegati compiacenti. Ed ecco che nello scacchiere entrerebbero in gioco Elisa Scaglione, responsabile Ufficio scolastico del Comune di Castronovo, Alfonso Vitale Giuseppe Fausto, responsabile del settore di Lavori Pubblici infine Gerlando Schembri, direttore generale e responsabile prevenzione corruzione del Comune di Castronovo.
Per gli investigatori, sarebbero loro i punti di congiunzione con Biancorosso sui quali esercitava un potere incondizionato pur di raggiungere i suoi obiettivi: accaparrarsi il trasporto pubblico degli alunni non solo per l’anno 2017/2018 ma anche per l’anno precedente. Era il 18 luglio 2017 e in un’intercettazione tra Elisa Scaglione e Alfonso Vitale Giuseppe Fausto emergerebbe con chiarezza il loro legame con Biancorosso e il ruolo di alcune imprese poi risultate vincitrici e intestate a una prestanome, ma di fatto a lui riconducibili. «Non capisce in che situazione avrebbe messo quella ragazza…», e Fausto risponde: «Non capisce che indagheranno anche lui. Lui non guarda in faccia a nessuno… Noi più di quello che abbiamo fatto non potevamo fare». E proprio qui che gli inquirenti scrivono negli atti che intravedono la prova del reato di abuso d’ufficio oltre quello di turbativa d’asta.
Sempre lo stesso giorno la Scaglione avrebbe espresso al collega un’opinione sul modo di agire di Biancorosso e sul suo ruolo di istigatore. Un personaggio da carattere chiaro e deciso pronto a mettere in atto ogni mezzo, tipico di Cosa nostra, ormai sempre più propensa a controllare anche i piccoli affari pur di mantenere il controllo del territorio. «C’erano due ditte prima…a quella gli hanno tagliato le mani a quell’altro gambe e piedi…» e Fausto risponde: «A lui no… tanto lo sappiamo che è sua la San Pietro Viaggi…». Ecco il sistema di gare alterato basato esclusivamente sull’invito di due sole aziende riconducibili a Biancorosso.
Gli inquirenti sottolineano come i dipendenti della pubblica amministrazione, considerati pubblici ufficiali, in veste del loro ruolo, hanno prima invitato la BBBiaggi srl, di Bruna Biancorosso, accusata del reato di intestazione fittizia e sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la «Autonolis Pietro» e omesso di escluderle entrambe allo scopo di procurare un omesso vantaggio patrimoniale esclusivamente alla prima.
Un comportamento, quello messo in atto dai dipendenti della pubblica amministrazione, per certi versi inqualificabile e che lo stesso gip sottolinea ripetutamente nel corso del provvedimento: «I preposti all’espletamento della procedura di gara, svoltasi con il sistema della licitazione privata, non hanno esitato né a fornirgli l’elenco delle altre ditte che avevano invitato, né ad invitare società che in quanto allo stesso facenti capo non potevano essere invitate alla gara». In particolare i dipendenti secondo quanto disposto dall’art. 80 del D.lgs.50/2016 avrebbero omesso di adottare i provvedimenti previsti durante le gare d’appalto, invitando le società facenti capo a Biancorosso e omettendo di attivarsi, pur essendone a conoscenza, nel caso delle intimidazioni ai danni di Lo Scordato, il reale vincitore della gara inerente all’anno 2016-2017.
La pervicacia con cui i dipendenti non avrebbero perseguito l’interesse pubblico consentendo che l’esercizio dei poteri contrattuali del Comune di Castronovo fosse condizionato da Biancorosso continua il gip, unita alla sussistenza del pericolo concreto di reiterazione del reato e dell’inquinamento probatorio ( erano stati gli stessi dipendenti a avvertire Biancorosso della convocazione nella caserma di Lercara Friddi) hanno fatto scattare la misura per ognuno di loro degli arresti domiciliari.
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