Dopo la chiusura del Cerisdi, il centro di alta formazione professionale, avvenuta nel 2016, Castello Utveggio versa ancora in stato di abbandono. Oggi, però, il «gioiello liberty» – così lo ha definito la Regione Siciliana – che sorge in cima al Monte Pellegrino, potrebbe rivivere di nuova linfa. «La consegna dei lavori è prevista per giovedì prossimo», dice a MeridioNews il rup Luigi Cimino. L’esecuzione avrà una durata di sette mesi, al termine dei quali si deciderà anche la destinazione del bene.
Intanto, le voci sui possibili interessati a usufruire del bene si rincorrono. Dalla realizzazione di un hotel fino – e dopo l’annuncio che ha ufficializzato villa Belmonte come sede degli uffici del Consiglio di giustizia amministrativa – all’interessamento da parte del Tar di Palermo. Anche se l’ipotesi più accreditata pare essere quella di ripristinare un centro di formazione professionale. «Escludo categoricamente la possibilità di realizzare aule per la giustizia amministrativa – sostiene il dirigente generale del dipartimento Finanze e credito della Regione Giovanni Bologna a MeridioNews – Così come escludo la possibilità di realizzare un hotel, perché i turisti dovrebbero andare lì con l’elicottero». La priorità per Palazzo d’Orleans, dunque, «anche se ci troviamo ancora in una fase propedeutica – spiega Bologna – è la realizzazione di un centro di studi e ricerche per i dirigenti quadro».
I lavori, aggiudicati alla ditta L’Eliorapida di Palermo, interessano due fronti. «Gli interventi strutturali – spiega Cimino – e la parte finestrata con la sistemazione degli infissi». L’obiettivo è la promozione dell’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria attraverso gli interventi di ristrutturazione, l’installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l’utilizzo di mix tecnologici e l’installazione di sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile da destinare all’autoconsumo. Obiettivi che rientrano nell’ambito di un progetto regionale più ampio che riguarda il riefficientamento energetico di 111 siti regionali per un valore complessivo di 30 milioni di euro, con risorse provenienti dal Po Fesr 2014-2020.
«Dobbiamo creare il giusto isolamento – prosegue Cimino – tagliare i ponti termici utilizzando materiali che vadano a contenere le dispersioni e le acquisizioni di calore». A questi si aggiunge «tutto il lavoro relativo all’abbattimento dei consumi di energia elettrica», sostiene il rup. Tra questi c’è «l’istallazione delle fotocellule che regolano l’intensità della luce tramite dei sistemi intelligenti di telecontrollo – afferma Cimino – e una piccola percentuale di pannelli solari che dovrebbe soddisfare circa il 90 per cento dell’efficientamento energetico». L’esecuzione del progetto da cinque milioni di euro – valore ridotto a circa 3 milioni e 200mila euro dopo il ribasso d’asta – come detto, comincerà giovedì e, stando a quanto dichiarato dal rup, comprenderà anche parte dei lavori di messa in sicurezza. «Questi verranno eseguiti contestualmente e riguardano la messa in esercizio di tutto l’impianto elettrico – assicura Cimino – quantomeno all’interno». Per quanto riguarda gli esterni, invece, «verranno presi in considerazione in un momento successivo». Su questo a giocare un ruolo fondamentale è la destinazione del bene. «Su quest’ultima – precisa Cimino – dovrà esprimersi prima il presidente della Regione ma, in ogni caso, gli interventi saranno al 90 per cento sufficienti per garantire qualunque uso a cui verrà adibito il bene».
Castello Utveggio viene acquistato dalla Regione nel 1984 per poi, nel 1988, affidarlo al centro direzionale di alta formazione per studi e ricerche (Cerisdi). Fino al 2016, quando l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta decise di chiuderlo provocando l’inevitabile declino dell’immobile. Sul bene storico in stile liberty, ci sono però anche parecchie ombre e riguardano la strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Secondo quanto dichiarato alla commissione regionale antimafia dal procuratore generale a Palermo Roberto Scarpinato, «il castello era di fatto una sede dei Servizi». Era il 1992 e il castello era adibito a sede del Cerisdi, il centro direzionale di alta formazione per studi e ricerche. «Proprio nei giorni vicini alla strage – racconta Scarpinato in commissione antimafia – Borsellino disse alla moglie Agnese di tenere abbassate le tende di casa per non essere osservato da Castello Utveggio».
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