Una campagna fondi per aiutare la bimba di 12 anni scampata al disastro che, nella tra sabato e domenica, si è verificato a Casteldaccia in seguito all’esondazione del fiume Milicia, dove sono morte nove persone. La piccola, che ha perso la mamma, i due fratelli di 15 e un anno, e i nonni, e che si è salvata soltanto perché era andata a comprare i dolci con lo zio, ha però il papà, Giuseppe Giordano, che si prenderà cura di lei. L’obiettivo della raccolta fondi è proprio quello di non abbandonarli dopo che i riflettori della cronaca, inevitabilmente, si saranno spenti su questa tragedia. L’idea è molto semplice: con una donazione online si potrà aiutare la piccola collegandosi al sito gofundme.com, una piattaforma di fundraising.
«L’idea è venuta a me e a un gruppo di amici – racconta Germana Bevilacqua, giornalista, tra le promotrici della campagna di solidarietà lanciata in queste ore – Siamo molto attivi nel sociale e ci siamo chiesti cosa potessimo fare in concreto per aiutare questa famiglia. L’obiettivo è ambizioso, ma speriamo di raggiungere il tetto di 10 mila euro: ci aspettiamo una buona risposta anche grazie ai nostri contatti e alla sensibilità delle persone. C’è molta partecipazione per questo evento luttuoso anche tra la gente comune». La speranza è emulare e, perché no, bissare l’analoga iniziativa che ha visto raccogliere in poche ore oltre 60 mila euro per i bambini stranieri esclusi dalla mensa scolastica di Lodi. «Ce lo auguriamo – aggiunge – anche se saremmo già soddisfatti di raggiungere la somma che ci siamo prefissati, speriamo bene».
Di seguito il testo dell’iniziativa:
Una bambina di dodici anni scampata alla tragedia che ha colpito due famiglie nella villetta di Casteldaccia, in provincia di Palermo, invasa da acqua e fango a causa dello straripamento del fiume Milicia. Si è salvata perché era andata a comprare i dolci con lo zio. Non ha più la mamma, il suo fratello Federico di 15 anni e sua sorellina Rachele di 1, non ha più il nonno, la nonna, gli zii. Ha però un papà, Giuseppe Giordano, che si prenderà cura di lei. Ma non vogliamo lasciarlo solo. “Non so neppure io come mi sono salvato – racconta Giuseppe – Mi sono accorto che l’acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d’acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero. Così sono sopravvissuto”. Vogliamo dare una mano a Giuseppe e sua figlia. Raccogliere fondi per il loro futuro, un futuro che li vedrà crescere senza i loro cari.
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