«Abbiamo appreso tutto per vox populi. Non potevamo procedere con una denuncia penale, allora abbiamo agito in un altro modo, con un appello pubblico». A parlare è Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre, che ha reso nota una lettera-appello per denunciare una presunta richiesta di voto per un preciso candidato alle ultime elezioni regionali da parte di un’associazione di Casteldaccia che si occupa della distribuzione dei viveri alle famiglie in difficoltà. «Se avessimo testimoni disposti a parlare, naturalmente non ci saremmo limitati a fare un appello al sindaco e ai cittadini per sollecitare una ribellione verso questo stato di cose – prosegue Lo Monaco -. Questo è il senso dell’operazione, è un fatto politico e culturale molto grave, perché usare la miseria per ottenere qualche voto di preferenza, non mi pare che sia eticamente molto accettabile».
L’appello del Centro si rivolge principalmente ai cittadini, ma anche alle istituzioni, ed è stato infatti indirizzato anche all’attenzione del sindaco del paese Fabio Spatafora e alla prefetta di Palermo Antonella De Miro, compresi anche il questore Renato Cortese e la Procura di Termini Imerese. E qualcosa sembra si stia già muovendo. La prossima settimana infatti ci sarà un incontro coi ragazzi delle scuole medie di Casteldaccia per discutere di questa vicenda. «Non faremo i nomi chiaramente, non possiamo non avendo prove tangibili o persone disposte a farsi avanti, però tutto il paese sa che i pacchi con i viveri destinati ai più bisognosi sono stati usati con questo scopo e non da ora, non si è trattato solo un episodio», continua il presidente del Centro. Secondo cui è necessario, alla luce di quanto starebbe emergendo adesso, stipulare convenzioni e collaborazioni con associazioni che possano garantire la propria trasparenza sotto ogni aspetto.
Anche del presunto candidato per il quale si sarebbe spesa l’associazione coi bisognosi a cui consegnava i pacchi di cibo non trapela nulla, nessun nome. «È chiaro che in qualche modo c’è un legame tra sponsor e sponsorizzato – sottolinea Lo Monaco -. Tutti sanno in paese qual è la ragnatela di rapporti. Io in prima persona non sono stato destinatario di alcun pacco viveri accompagnato da una richiesta di voto specifica, quindi denuncio per altre vie». La lettera-appello del Centro, intanto, si trova adesso appesa anche per i muri del paese, «nessuno può dire “non ne so niente”». Con i membri dell’associazione, fino ad ora, non c’è stato alcun confronto diretto. «Andremo avanti nel denunciare quello che, se provato, è un fatto di degrado politico-culturale molto grave ed eticamente offensivo della dignità della gente. L’ideale sarebbe stato attivarsi proprio durante la campagna elettorale, fare le dovute indagini e beccarli con le mani nel sacco, ma nessuno ha denunciato – conclude -. E quindi siamo a questo punto. Noi siamo un centro culturale e ci spendiamo per la legalità, non potevamo tacere».
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