Niente avocazione per l’indagine sull’omicidio di Nino Agostino, il poliziotto ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, nel palermitano. La Procura generale della Cassazione, infatti, ha annullato il decreto con cui il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, aveva avocato a sé il fascicolo sulla morte dell’agente. La tesi del pg, infatti, era che i due pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, non avessero fatto tutte le indagini, prima di arrivare alla richiesta di archiviazione del caso respinta dal gip Maria Pino.
Contro la decisione di Scarpinato aveva fatto ricorso anche il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, contestando la legittimità giuridica del provvedimento e sostenendo che l’avocazione fosse tardiva. Il fascicolo di indagine torna adesso alla Procura e Di Matteo e Del Bene dovranno completare gli approfondimenti indicati loro dal giudice per le indagini preliminari. I due magistrati avevano chiesto l’archiviazione per i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, unici indagati per il delitto, sostenendo di non avere elementi utili per chiedere il rinvio a giudizio. Adesso avranno altri cinque mesi di tempo per completare le indagini.
Secondo alcune ipotesi investigative, mai confermate, l’omicidio di Agostino sarebbe legato al fallito attentato all’Addaura al giudice Giovanni Falcone.
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