Cassaro Basso, storia di un declino in cerca di rilancio Commercianti: «Non diventi suq come via Maqueda»

Un lento declino negli anni. Una zona florida, cuore pulsante della città, divenuta ormai quasi deserta. In molte delle strade e piazze abita il degrado. Da qui i negozi storici vanno via per trasferirsi nella
Palermo nuova, quella che da viale Lazio passa da viale Strasburgo verso villa Adriana. Lì è più facile arrivare, più comodo parcheggiare e trovare un’ampia scelta di esercizi commerciali. Questo in sostanza lamentano i commercianti e i residenti del Cassaro basso (dall’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Roma fino al mare) che adesso chiedono aiuto al Comune. Nelle ultime settimane si è tenuto il primo consiglio in strada della prima circoscrizione per parlare del rilancio della Vucciria ed è stata concessa la pedonalizzazione della zona in occasione dei cinque weekend delle Vie dei Tesori. Ma l’associazione Cassaro D’Amare vorrebbe ora che il provvedimento diventasse permanente anche nelle zone, come via Roma, incluse nel percorso Ztl. 

Al’organizzazione no-profit aderiscono negozianti e residenti. «La mia famiglia è la più antica in assoluto tra i commercianti della Vucciria, io sono il titolare della
Casa del Brodo, lavoriamo qui da oltre 130 anni – racconta Gaetano Romeres, dell’associazione – Ho 49 anni e quando ero piccolo ho vissuto forse la parte finale del fulgore economico e commerciale che c’era sia alla Vucciria che al Cassaro. C’erano tante attività: gioiellerie, bar, pasticcerie e tantissima gente. C’era il più vasto commercio di pietre preziose, proprio qua in corso Vittorio Emanuele, ma ora non esiste più. C’è stato anche un abbandonarsi progressivo e un cedere alla bassa qualità dei prodotti. A un certo punto non c’era più molta scelta». 

La progressiva decadenza di corso Vittorio Emanuele per Romeres cammina di pari passo con la fuga di molti commercianti, anche perché la zona «non desta nessun interesse da parte di nuovi investitori se non nel comparto della ristorazione e dei locali». «Su Tripadvisor, in cinque anni, da 850 attività recensite si è passati a oltre 1400. Tutti puntano su quel settore ma così è un gioco al massacro». Un capitolo a parte è dedicato a via Roma dove «hanno chiuso perfino le banche». «Il degrado in cui è sprofondata la Vucciria per noi è stato un elemento che ha segnato notevolmente il destino dell’area. Molti problemi nascono da lì», continua. A contribuire al declino anche il decentramento di alcuni uffici comunali, racconta ancora il commerciante, tra i quali il palazzo delle Finanze, l’archivio di Stato in via del Parlamento e la Cassa di risparmio. «Venendo a mancare quasi duemila persone, via via hanno abbassato le saracinesche negozi di abbigliamento, pescherie, salumerie che prima lavoravano a pieno ritmo». 

Romeres ricorda che anche nel periodo pre-ztl, vista la mancanza cronica di parcheggi, c’era «una tacita indifferenza» nel permettere alle macchine di sostare in corso Vittorio Emanuele. «Una volta che si sono accorti – ripercorre Romeres –  che chi sostava lì era per lo più un avventore dei locali della movida notturna, e dopo una serie di esposti alla Procura da parte dei residenti che non potevano dormire la notte o che avevano paura di incontrare ubriachi e tossici, il Comune ha detto basta e in primo luogo ha intensificato i controlli». Adesso, a causa della scarsa accessibilità alla zona, i commercianti anche in via dei Chiavettieri o in via Bottai «non hanno il volume d’affari di prima». L’ex assessore Giusto Catania, «che adesso ho rivalutato», aveva detto che una soluzione poteva essere quella di parcheggiare al Foro italico, «ma è improponibile sia per mancanza di controlli sia per problemi di sicurezza, soprattutto in inverno», afferma il ristoratore.

Un altro fattore che ha contribuito al declino della zona Romeres lo individua nella ztl, «che sicuramente ci ha danneggiato per come è formulata. Nessuno paga un pass di cinque euro per entrare», afferma Romeres. I commercianti stanno intraprendendo un percorso per la pedonalizzazione permanente del Cassaro. «però senza commettere il gravissimo errore realizzato in via Maqueda che è diventata un suq, un villaggio gastronomico, e noi non vogliamo che questo accada», precisa il ristoratore. Il Comune, secondo i commercianti, dovrebbe blindare la Vucciria, ovvero la destinazione d’uso di molti locali che al momento vengono usati per un fine diverso, valorizzando le imprese artigianali che ancora resistono per diversificare l’offerta commerciale.

A questo punto, secondo chi aderisce a Cassaro D’Amare, bisogna puntare tutto sul turismo, anche da crociera, fornendo i servizi e rendendo vivibili gli spazi della Ztl. «Oltre alla pedonalizzazione del centro storico, stiamo chiedendo al Comune che ci dia una mano. Con una burocrazia veloce, agevolazioni a livello di tassazioni, come quella per il suolo pubblico». Altre richieste riguardano l’implementazione dell’arredo urbano e potenziare il servizio Rap di raccolta rifiuti. Richieste che arrivano da un’associazione a cui aderiscono 25 delle circa 30 attività commerciali presenti in quel tratto di corso Vittorio Emanuele. «Ci sono molti che ancora non sono convinti del fatto che la pedonalizzazione sia una soluzione – conclude Romeres –  Ma si ravvederanno. Pedonalizzazione significa visibilità: anche se la gente non compra sa che esisti. Ancora sono in tanti, soprattutto tra i giovani, quelli che non conoscono il territorio».

Stefania Brusca

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