Niente numero legale e discussione rinviata alla vigilia dell’udienza preliminare. Il percorso di avvicinamento verso l’avvio del processo sui presunti Durc taroccati alla Cassa edile di Catania registra un passo falso, perlomeno per quanti ritengono che l’ente che riunisce imprenditori edili e parti sindacali debba tutelare la propria immagine dopo lo scandalo che, a febbraio dell’anno scorso, gettò ombre sulla gestione dei documenti unici di regolarità contributiva. Il Durc, infatti, è l’attestazione che certifica la posizione delle imprese nei confronti di Inps, Inail e appunto Cassa edile. Uno strumento istituito per contrastare il lavoro nero, facendo leva sul fatto che in assenza di esso non è possibile prendere parte a gare d’appalto né avere subappalti. Qui però scatta il condizionale: secondo la procura e i militari della guardia di finanza, alla Cassa Edile etnea il funzionario infedele Filippo Di Guilmi, all’epoca vicedirettore, avrebbe garantito trattamenti di favore agli imprenditori amici.
Oltre una quindicina quelli finiti sotto la lente degli inquirenti e che adesso rischiano il processo. L’udienza preliminare è stata fissata per il 25 giugno. Ed è proprio in vista di questa data che oggi alla Cassa edile era prevista una riunione del comitato di gestione: al terzo punto dell’ordine del giorno c’era la costituzione di parte civile nel processo. Oltre all’immagine, a essere stata danneggiata sarebbe stata anche la salute finanziaria dell’ente. Il dibattito, però, è finito in un nulla di fatto: sui 12 componenti del comitato, ben sei hanno deciso di non partecipare alla riunione. Nello specifico a presenziare c’erano oltre al presidente Gaetano Fichera e al vice Nunzio Turrisi, soltanto i quattro rappresentanti della Cgil e della Uil. Mentre tra chi è risultato assente – sia con i componenti effettivi che con i supplenti – sono state la Cisl e Ance.
Quella dell’associazione dei costruttori, a cui nel comitato sono riservati cinque posti (a cui vanno aggiunti tre supplenti), verrebbe da definirla una diserzione di massa. Nessuno dei componenti – ne sarebbe bastato uno solo per rendere la seduta agibile – ha risposto alla convocazione della segreteria della Cassa edile. Rinviando di fatto al 24 giugno una discussione delicata a cui, nel caso di votazione favorevole alla costituzione, dovrà seguire una ricerca di un avvocato a cui affidare l’incarico per l’indomani.
Inevitabile soffermarsi sul fatto che a finire nello scandalo dei presunti Durc falsi, e oggi a rischiare il processo, ci sono anche nomi noti. Questo il caso, per esempio, di Salvatore Ferlito, per otto anni presidente a Catania della Cassa edile oltre che presidente di Ance Sicilia. Coinvolto nell’inchiesta è anche Orazio Di Maria, imprenditore di Santa Venerina, il cui figlio Rosario – titolare della Euroinfrastrutture, la ditta che aveva vinto la gara poi revocata per la pista ciclabile a Palazzolo Acreide – è tra gli attuali componenti del comitato di gestione di Cassa edile. Per Ance Catania, il 2021 non è iniziato nel migliore dei modi: tra le gare d’appalto gestite dal Genio civile, di recente finito al centro di un’indagine ancora agli albori ma che ha registrato perquisizioni e sequestri, ce ne sta anche una che tira in ballo il consorzio Aduno, per più di un motivo ritenuto dagli investigatori vicino al vicepresidente di Ance Giuseppe Costantino, che non risulta però indagato a differenza dell’amministratrice del consorzio Romina Paternello.
«La seduta non è andata a buon fine – dicono le sigle sindacali di Cgil e Uil – Siamo particolarmente colpiti e amareggiati. Vorremmo capire quale sia la posizione ufficiale di Ance su questa vicenda. Il caso Durc facili fu scoperchiato circa tre anni fa e rivelò un sistema di cui non si può essere complici facendo finta di non vedere. Ci costituiremo comunque parte civile, in veste di sindacati e dunque di diretti rappresentanti dei lavoratori, a dimostrazione che la nostra democrazia ci offre tanti strumenti per fare il nostro dovere. Saremo a fianco dei dipendenti fedeli e delle imprese sane. Esattamente dove ci piace stare».
Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Vito Caruso:
«Non corrisponde al vero che la Cisl era assente in quanto il mio assistito Nunzio Massimo Turrisi, quale Segretario Generale Provinciale di Catania della Filca -Cisl, nonché Vice Presidente della Cassa Edile di Catania e componente effettivo del Comitato di Gestione della stessa era presente al Comitato di Gestione convocato per la data odierna del 16.06.2021 come risulta in atti».
La risposta di MeridioNews:
In favore dei lettori e delle lettrici, chiariamo il funzionamento dei comitati di gestione delle Casse edili, organismi la cui presidenza è retta da un imprenditore e la vicepresidenza da un rappresentante dei sindacati. I consiglieri sono poi divisi tra delegati Ance e delle specifiche sigle sindacali, con l’indicazione anche di possibili supplenti. Alla riunione riportata, a risultare assenti erano entrambi i consiglieri Cisl: effettivo e supplente. Turrisi, invece, così come indicato nell’articolo, era presente in qualità di vicepresindente.
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