Confermata la sanzione disciplinare della rimozione dalla magistratura per Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, accusata a Caltanissetta di aver gestito illecitamente le procedure di designazione degli amministratori giudiziari dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.
Le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso della giudice e accolto in parte quello del ministero della Giustizia, che ha presento reclamo contro l’assoluzione, da parte della sezione disciplinare del Csm, da una serie di contestazioni disciplinari. Saguto contestava tra l’altro la violazione del suo diritto di difesa, poiché non avendo potuto recarsi a palazzo dei Marescialli a Roma per l’udienza disciplinare era stato disposto il video-collegamento e non il rinvio. E che non fosse stata disposta la sospensione del procedimento disciplinare in attesa dell’esito del processo penale.
Due obiezioni respinte dalla Cassazione, perché non vi era «assoluta impossibilità a comparire» e perché «la pendenza di un processo penale relativo agli stessi fatti non determina la necessaria sospensione del procedimento disciplinare», visto che «i criteri di accertamento della responsabilità sono diversi». Visto che la Cassazione ha in parte accolto il ricorso del ministero, il caso dovrà tornare nuovamente alla sezione disciplinare del Csm.
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