Si sono frequentati per almeno due mesi, ma la presunta spirale ricattatoria è diventata più che soffocante solo quando l’aguzzino ha scoperto il dettaglio che dettaglio non è. L’insegnante «con la moglie al nord» che Gianfranco Pappalardo Fiumara aveva conosciuto via chat era in realtà un sacerdote. Padre Luigi Privitera, parroco di Trepunti di Giarre, in preda allo sconforto, denuncia il pianista di fama internazionale ai carabinieri. A convincerlo, come riporta stamane il quotidiano La Sicilia, sarebbe stato un amico sacerdote, forse con l’intento di mettere al riparo la Chiesa, per quanto possibile, da un nuovo, pruriginoso, scandalo. Il 40enne musicista, fino a pochi mesi fa vicesindaco di Riposto, è stato così arrestato con l’accusa di estorsione. C’erano infatti i carabinieri, nascosti in sagrestia, ad ascoltare qualche passaggio dell’ultimo incontro fra il prete e l’amante divenuto taglieggiatore.
Secondo quanto raccontato dal giornale catanese, infatti, il costo per il silenzio sarebbe stato di cinquemila euro. Tanto avrebbe chiesto il politico, pianista di fama internazionale, per cancellare foto e video dei loro rapporti sessuali, realizzati senza il consenso del prete. «Se non vieni all’appuntamento io scrivo al vescovo allegando le foto», avrebbe scritto Pappalardo Fiumara. Frase che avrebbe spinto il cattolico a presentarsi ai carabinieri di Santa Venerina. È d’accordo con i militari che padre Privitera fissa un nuovo appuntamento, stavolta ascoltato dai carabinieri nascosti nelle varie stanze e registrato dalla stessa vittima. Scrive La Sicilia: «Interrogato nell’udienza di convalida dell’arresto, Pappalardo Fiumara, difeso da Enzo Guarnera, ammette gran parte dei fatti ma nega di avere ricevuto il denaro». L’ex vicesindaco avrebbe anche spiegato di avere agito poiché il prete voleva interrompere il loro rapporto. L’artista e politico, adesso, si trova ai domiciliari.
Riceviamo e pubblichiamo
«Scriviamo in nome e per conto del nostro cliente, Gianfranco Pappalardo Fiumara: il caso si è concluso in via stragiudiziale pochi mesi dopo, nel novembre 2019, con il ritiro di tutte le accuse da parte dello stesso Luigi Privitera, l’allora parroco di Trepunti di Giarre».
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