Caso Minutella, folla di fedeli riunita in Cattedrale L’arcivescovo: «Nessuno è condannato o escluso»

Palermo ieri si è stretta attorno all’arcivescovo Corrado Lorefice. Folla di fedeli nella Cattedrale di Palermoper esprimere vicinanza e invocare l’unità della Chiesa, dopo lo scontro con il parroco di San Giovanni Bosco, padre Alessandro Minutella. Il vescovo nei giorni scorsi gli ha chiesto di lasciare la parrocchia, ma il sacerdote ha risposto di no, parlando di una «falsa Chiesa» e si è detto pronto a predicare «anche negli scantinati».

Da qui la decisione dei fedeli di organizzare per ieri sera una veglia di preghiera per Lorefice che ha pregato in silenzio. Secondo quanto riferisce l’arcidiocesi di Palermo, sono state almeno 4mila le persone che hanno partecipato «con grande devozione, all’Adorazione Eucaristica svoltasi in Cattedrale e tra questi tantissimi presbiteri, diaconi, religiosi e i fedeli laici provenienti anche dai paesi più lontani dell’Arcidiocesi di Palermo come a dimostrare che la Chiesa può essere ferita, ma non divisa».

Non solo le panche della navata centrale, ma anche quelle laterali erano gremite di fedeli raccolti in preghiera. Tanti quelli assiepati vicino l’altare, in ginocchio e in piedi, accanto al maestoso ostensorio, messo a disposizione per l’occasione dal parroco della Parrocchia Annunciazione del Signore, don Cesare Rattoballi.  La preghiera è stata lunga, silenziosa, intervallata solo da invocazioni, canti e letture  tratte dell’Antico e dal Nuovo Testamento che hanno richiamato all’unità, al perdono, alla pace e alla edificazione fraterna.

L’Adorazione è stata presieduta da don Corrado il quale prima della benedizione finale ha pronunciato una preghiera spontanea. «Grazie Signore, perché ci permetti di non spegnere lo Spirito. Nessuno di noi è qui per un altro motivo, ma per testimoniare che lo Spirito è all’opera nella sua Chiesa. Oggi ti chiediamo perdono – aggiunge – perché non sempre siamo stati capaci di far si che lo Spirito ci rendesse l’unico corpo di Cristo, a cominciare da me vescovo. Ti chiediamo perdono perché le dottrine formulate ci possono dividere, ma davanti al mistero dell’Eucaristia allora tutti siamo riuniti. Noi stasera soffriamo e soffriremo finché non siamo tutti. Nessuno è un condannato, nessuno è un escluso. Ciascuno è un cristiano perché è un amato, è un perdonato».

Redazione

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