Care e cari,
scusate davvero per il titolo di questo documento che ricorda lo stile delle commedie all’italiana di Lina Wertmuller (del tipo Travolti da un insolito destino...). Ma è la situazione del nostro ateneo, in questi giorni e in queste ore, a oscillare tra il copione di una commedia comica e quello di una black comedy. Ricapitolando: il già direttore generale Lucio Maggio è stato reintegrato dal tribunale del lavoro e si attende l’esito del reclamo presentato dall’ateneo, che andrà in decisione il 12 gennaio.
I professori esimii Recca Antonino e Iachello Enrico, all’annuncio del reintegro, rivitalizzati ed energizzati non poco, sono emersi da un triste letargo e dotatisi di un’appositamente predisposta mailing list dell’ateneo hanno inviato messaggi profetici «da un altro mondo». Prima – il Recca – chiedeva l’immediato reintegro per la «serenità» dell’ateneo che il Maggio, a suo dire, avrebbe presto riportato; per lui il mailgate, le varie spinose questioni amministrative e non, nonché la situazione di crisi in cui ha lasciato l’ateneo, vanno dimenticate subito, sono roba da poco, egli ha fatto molto per noi, è egli il salvatore della patria.
Si inserisce poi il salvatore della patria numero due, il prof. Iachello Enrico, il quale – forte dei ben 60 voti di docenti ottenuti all’ultima competizione per il rettore (ben il 3,8 per cento dei voti complessivi, mannaggia), solleva questioni amministrative non poco complesse, richiamando una supposta (direbbe Totò) delibera del dipartimento di Scienze politiche e sociali: trattasi invero di una richiesta di chiarimento relativa a questioni statutarie sollevata con alta tempestività dal giurista Aleo, la quale viene mal scritta, stralciata e diffusa – stranamente – nonché impropriamente utilizzata dai tre consiglieri d’amministrazione (Iachello, Febronia Elia, Giuseppe Toscano) fedeli a Maggio. Al richiamo alla verità – da parte del direttore del sopra citato dipartimento – Iachello replica che non è vero, quella è una delibera, lui non c’era (mannaggia ancora) ma lo sa!
Per concludere con la commedia commediante i due docenti sopra citati non usano, come detto, la mailing list d’Ateneo, se ne fabbricano (porelli) una tutta loro (nottetempo, che fatica), costruiscono insomma un quadro da malinconico esilio (di un certo interesse psicanalitico, invero): ma vorremmo rassicurarli. Questo non è più l’ateneo delle Linee guida comportamentali in caso di provvedimenti disciplinari volute e difese da Recca, Iachello e Maggio; non è più l’ateneo dei collaudi dati discrezionalmente; non è più l’ateneo delle mailing list ufficiali usate per propaganda elettorale; e potremmo continuare l’elenco per pagine e pagine… No, cari professori, vogliamo che lo sappiate, ormai c’è la democrazia a Unict! È arrivata mentre voi si era in letargo! E anche se non la si ama, la democrazia, e non la si è proprio voluta, una volta che c’è meglio usarla, giusto? Consigliamo dunque ai due professori di inviare i loro documenti a comunica@unict.it (o se non riescono lo facciamo noi); animeranno un dibattito sereno e proficuo, con i loro argomenti di sicuro interesse.
E poi la black comedy, che infine non guasta. Maggio Lucio in intervista rilasciata post reintegro – benché in attesa di giudizio d’appello e poi di merito – dichiara (tra altre enormità gravi e con leggerezza enunciate) che a Unict non c’è più legalità da quando se n’è andato lui, che rettore e cda lo perseguitano e occultano documenti (peccato che tutto questo scenario sia stato sconfessato totalmente dalla sentenza che lo reintegra, sia pur cautelativamente) e che ora lui ripristinerà giustizia e verità. Neanche Superman, insomma, o il Batman di Gotham City… Conferma dunque, Maggio Lucio, la sua idea di dg come organo monocratico e autocratico; un’interpretazione poco professionale, a dir poco, che – lungi dal riportare la pace invocata a sproposito da Toni Recca – intende – consapevolmente o inconsapevolmente, chissà – scatenare un clima di panico, insicurezza, conflitto permanente.
Conclusione: la nostra convinzione (e più che tale) è che Maggio Lucio sia sfuggito ai suoi danti causa. E che chi inquina i pozzi a cui si abbevera la nostra comunità può sperare poco da una guerra lampo; perché indietro, qui, non vuole tornare nessuno. E indietro, dopo gli anni trascorsi, l’ateneo di Catania non può permettersi di andare, da ogni punto di vista. E non ci andrà.
Il Cuda (Coordinamento di docenti, amministrativi, studenti, strutturati e precari dell’ateneo di Catania per un’università pubblica libera, aperta e democratica).
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