Quasi un anno dopo la morte del piccolo Loris, la madre, Veronica Panarello, parla ai magistrati e racconta una nuova versione dei fatti: il bambino sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche che lo hanno strangolato. Poi la donna, presa dal panico, avrebbe caricato il corpo in macchina lasciandolo nel canalone e gettando lo zaino sulla strada verso Donnafugata. È l’Ansa a ricostruire la testimonianza. Dopo le nuove dichiarazioni è scattato un sopralluogo degli investigatori.
Panarello racconta quindi al procuratore Carmelo Petralia e al sostituto Marco Rota la sua verità. Loris Stival sarebbe morto per un incidente a casa, strangolato dalle fascette con cui stava giocando, poco dopo che la madre, che aveva lasciato a scuola l’altro figlio più piccolo, era tornata a casa. La donna, però, temendo che nessuno credesse a questa storia, si sarebbe liberato del corpo di suo figlio. Oggi ha infatti ribadito di «non avere ucciso» il piccolo e di avere agito da sola.
«C’è un sopralluogo in corso dopo nuove dichiarazioni rese dall’imputata, che sono coperte da segreto istruttorio e che saranno riversate al Gup nell’ambito dell’udienza per la richiesta del suo rinvio a giudizio», fissata per il prossimo giovedì. La donna, accompagnata dal suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, da polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri, ha compiuto dei sopralluoghi nel posto dove sarebbe stato gettato lo zaino del bambino, nel canalone di contrada Mulino Vecchio, dove è stato trovato il cadavere del piccolo Loris, e nella loro abitazione.
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