Un anno e sei mesi, con pena sospesa. In Appello è stata confermata oggi la sentenza di primo grado di condanna per Anna Maria Li Destri, l’ex dirigente del Comune di Catania accusata di avere costruito due bandi pubblici – quello del 2009 (per cui è stata dichiarata la prescrizione) e quello del 2013 – addosso all’impresa che ha vinto il primo e che, successivamente, ha ceduto un ramo d’azienda all’aggiudicataria del secondo. In ballo c’era l’appalto per la manutenzione dei mezzi municipali della raccolta della spazzatura, quando ancora a occuparsi dell’igiene urbana in una porzione di città era il Comune di Catania.
Dal 2002 e per una decina d’anni a gestire il servizio è l’impresa Puntese diesel, di proprietà dell’imprenditore Nino Amore, che si aggiudica l’appalto offrendo il maggiore ribasso rispetto alla concorrente, la Manutencoop. Di proroga in proroga, si arriva ai due appalti che sarebbero stati turbati dall’operato dell’architetta Li Destri. Quello del 2009, vinto dalla Puntese diesel, e quello del 2013, che invece si aggiudica l’impresa Officine meccaniche. La quale aveva acquisito, poco prima, il ramo d’azienda dalla Puntese diesel. Al centro dell’inchiesta della magistratura ci sono i requisiti previsti dai bandi, che avrebbero favorito la Puntese diesel, impedendo di fatto ad altre aziende di appaltarsi quei lavori per il Comune di Catania.
Alla base del presunto favoritismo ci sarebbero i rapporti di amicizia tra Li Destri e Nino Amore (morto a gennaio 2014). Appassionati di viaggi entrambi, avrebbero trascorso del tempo insieme con le rispettive famiglie. Un legame che sarebbe stato, secondo gli inquirenti, anche tra i motivi della presenza dell’architetta nell’autoparco di Pantano d’Arci, gestito in quella fase da Puntese diesel. «Una vicinanza anomala», la definiscono i giudici nella sentenza di condanna di primo grado.
Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni della Corte. Dopo averne preso visione, la difesa dell’architetta sembra intenzionata a proporre ricorso in Cassazione, lasciando intendere un terzo tempo ancora da giocare. Su questa partita da anni, ormai, si esprime anche la politica: il licenziamento per giusta causa di Anna Maria Li Destri è stato sventolato come vessillo di legalità per anni dalla ex giunta guidata dal sindaco Enzo Bianco.
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