Che cosa hanno in comune Ivan Lo Bello, Pierferdinando Casini e Angelino Alfano? La domanda è interessante perché i tre, spesso, si sono trovati su posizioni diverse. Oggi invece vanno d’amore e d’accordo. Uniti da un giudizio negativo sul governo Lombardo. E non solo.
E’ sempre stata una caratteristica da mediocri quella di ritrovarsi insieme contro qualcuno, piuttosto che insieme, per costruire qualcosa. Però non è questo il caso. Perché, almeno in Sicilia, in tante cose ‘costruttive’ li abbiamo trovati insieme. Per esempio, nel perorare la causa del rigassificatore di Porto Empedocle, impianto ad alto rischio incidente, da costruire a meno di un chlometro dalla Valle dei templi di Agrigento. Tutti e tre d’accordo: Lo Bello, da presidente di Condindustraia Sicilia, Angelino Alfano, agrigentino, da parlamentare nazionale del Pdl. E Casini da leader di un partito, l’Udc, che ha sponsorizzaton questa operazione.
Sarebbe però ingiusto limitare l’alleanza dei tre a questo solo affare. In corso, a quanto pare, ce ne sono altri: dalla svendita delle coste siciliane ai privati all’altro rigassificatore, per ora bloccato, da costruire in zona sismica e già devatsta dall’inquinamento, ovvero tra Priolo e Melilli, fino alla gestione dei rifiuti e altri affarucci ancora.
Purtroppo, l’idea che la politica possa essere un ‘ grande affare’, forse, ha confuso le idee all’onorevole Casini che oggi afferma: “Lo Bello dice quello che diciamo noi e tutti i siciliani sono d’accordo con Lo Bello “. Ora, che Lo Bello possa dire quello che dice l’Udc e viceversa, poco ci importa. Ma da dove Casini possa arrivare alla conclusione che “tutti i siciliani sono d’accordo con Lo Bello”, beh, questo non lo abbiamo proprio capito. Forse tutti i siciliani sarebbero d’accordo nel farsi derubare e ‘cementificare’ le coste per i prossimi 50 anni? Forse tutti i siciliani sarebbero d’accordo col costruire un impianto pericoloso in una zona sismica e uno in un’area archeologica tra le più belle del mondo? Forse i siciliani sono tutti d’accordo a farsi governare dai grandi gruppi industriali del Nord Italia?
L’impressione è che Casini abbia sempre avuto una idea sbagliata della Sicilia. Quando ‘navigava’ con la vela del Ccd e doveva venire in Sicilia per qualche comizio, i suoi compagni di partito entravano in fibrillazione, perché non c’era verso di portare gli elettori siciliani agli incontri con il loro leader. Tant’è vero che, spesso, presi dalla disperazione, i dirigenti chiamavano Totò Cuffaro (che allora era nel Cdu) per farsi dare una mano. E così la sala si riempiva.
Purtroppo, Casini non ha mai capito che i siciliani non andavano lì per sentirlo parlare, ma solo perché erano stati precettati. Tanto che ci sorge un dubbio: non è che stato Cuffaro a dirgli che tutti i siciliani sono d’accordo con Lo Bello? Solo così si potrebbe spiegare la sicumera della sua affermazione.
La confusione, Casini, se la porta ancora addosso. Scambia, infatti, Lo Bello per un leader politico. Dimenticando, fino a prova contraria, che Lo Bello, in Sicilia, non è mai stato candidato a nulla (a parte Confindustria, ovviamente).
Visto che è cosi convinto, perché non lo candida alla presidenza della Regione? Deve solo sperare che abbia un po’ più di seguito di quanto il suo partito ne abbia oggi in Sicilia.
Quanto ad Alfano, che oggi difende Lo Bello “dalla violenza verbale di Lombardo” (il governatore lo ha accusato di essere interessato solo agli affari), che dire? Da giovane promessa del Pdl, rimasta tale, non ci aspettavamo altro. Un fatto certo è che il suo partito non ha detto una parola in difesa dello Statuto siciliano (come non ha detto nulla contro il rigassificatore della Valle dei Templi) nei giorni in cui, lo Stato italiano, con la complicità dei partiti che in Sicilia temono le elezioni e con la scusa di farsi fuori Lombardo, stava per umiliare ulteriormente la storia della nostra Isola.
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