Casa Verga, lavori rimandati a settembre Progetto per aprire il primo piano del museo

Erano iniziati, e si sono protratti per oltre un mese e mezzo, i lavori di restauro alla Casa museo Verga, prima della sospensiva di fine luglio, arrivata dal Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana. Solo l’ultima battaglia giudiziaria di un lavoro finalizzato a recuperare il primo piano dello stabile di via Sant’Anna. Dove si trovano, non  incluse nel circuito ordinario delle visite e visitabili solo su richiesta, la biblioteca di Federico De Roberto e parte di quella di Luigi Capuana. Un progetto che attende l’ultimo – almeno in ordine di tempo – via libera del Tar.

In principio, ad aggiudicarsi i lavori era stata l’associazione temporanea di imprese (Ati) composta dalla ditta di Salvatore Coco, da Arte e Tradizioni e dalla società Restauro del libro. Ed è qui che arriva il primo ricorso. «Il Tar ci aveva dato ragione in primo grado contro l’Ati arrivata prima in graduatoria – racconta Pietro Donato, dipendente di Damiga srl, l’impresa edile di Alcamo arrivata seconda insieme alla Frati e Livi srl e promotrice del ricorso – e, in seguito all’ordinanza positiva, avevamo stipulato il contratto». Ma, dopo la revoca all’Ati e la riaggiudicazione dell’appalto al duo Damiga-Frati e Livi, un nuovo ricorso blocca i fondi europei destinati alle biblioteche degli scrittori veristi.

Ancora una volta, a protestare è un’altra ditta in graduatoria, che si sarebbe appellata al Cga. «Uno dei concorrenti non ritiene che l’assegnazione definitiva della gara sia stata regolare, ma non saprei dire cosa ci contestano. So solo che noi siamo conformi a tutti i requisiti previsti dal bando», aggiunge Pietro Livi, titolare dell’azienda bolognese Frati e Livi srl che dovrebbe eseguire i lavori di restauro dei libri di Verga, Capuana e De Roberto. Dividendo l’appalto con la Damiga che dovrebbe occuparsi invece dei lavori edili sulle strutture. «Il giudizio di merito del Tar dovrebbe arrivare a fine settembre», fa sapere Donato. In ballo c’è una cifra complessiva di 801.714 euro, ma per il lavori di restauro ne serviranno solo 466.456. Il resto della somma, come indicato dal bando, sono non meglio specificate «spese a disposizione dell’amministrazione».

Informazioni più dettagliate sul piano di rivalorizzazione inceppato arrivano da uno dei progettisti, l’ex responsabile della Casa museo Verga Ida Buttitta, attualmente incaricata della sezione per i beni bibliografici e archivistici della soprintendenza dei Beni culturali di Catania. «In un momento di crisi, si è pensato di impiegare i fondi europei per rendere fruibile il patrimonio librario conservato alla Casa museo Verga – spiega Buttitta – Il progetto prevede, infatti, alcuni interventi conservativi della struttura, che verranno condotti nell’ottica di un restauro non invasivo, e una parte prettamente libraria».

Il patrimonio librario della Casa museo Verga abita su due piani dell’immobile di via Sant’Anna: al secondo, quello correntemente aperto alle visite, si trova il fondo Verga, ossia la biblioteca rimasta nella casa dello scrittore e messa in vendita dal nipote. «Si tratta di uno spaccato in cui è rimasta cristallizzata la situazione dell’editoria ottocentesca – racconta l’ex responsabile della Casa museo – In questo senso sono significative le edizioni di Treves, che attestano il legame dello scrittore con l’editore. Ma Verga morì nel 1922, e così nella sua biblioteca si trovano anche libri futuristi e una dedica di Marinetti».

Quello delle dediche, secondo Buttitta, costituisce l’aspetto più interessante del patrimonio, un affresco dei contatti dell’autore con l’Italia e con l’Europa del tempo. «Accanto a Marinetti – prosegue – c’è Rhode, il traduttore francese dei veristi, ci sono Antonio Bruno, Ferdinando Martini e figurano molte donne: da Matilde Serao a Maria Messina». Insieme a queste preziose testimonianze, però, non si trovano i manoscritti autografi di Giovanni Verga: «Quelli sono stati acquisiti dalla Biblioteca regionale, che tuttora li conserva, quando la Casa museo non aveva ancora un assetto ben definito», precisa Buttitta.

Il nucleo del progetto di rivalorizzazione verte invece sul resto del patrimonio librario di via Sant’Anna. Al piano di sotto si trovano infatti la biblioteca venduta dagli eredi di Federico De Roberto alla Casa museo e un piccolo nucleo di testi di Luigi Capuana (la biblioteca completa dello scrittore si trova a Mineo) acquistati anni fa da un suo pronipote. «L’intento del progetto è proprio quello di aprire il primo piano – spiega Buttitta – I Verga lo affittavano, oggi viene fruito solo occasionalmente per l’organizzazione di eventi, come avvenne, ai tempi in cui io ero responsabile, per l’iniziativa Raccontando di Verga».

Un progetto, dunque, per la fruizione dei testi che attualmente si impolverano al primo piano. Ma «il loro stato è buono – assicura -, e con l’intervento di restauro se ne vuole solo prevenire il deterioramento». Quanto alle sale di consultazione, Buttitta precisa che la fruizione dei testi di una Casa museo ha le sue regole, non coincidenti con quelle di una comune biblioteca: «Se voglio leggere I Malavoglia, sicuramente non mi sarà dato l’autografo». Ma, nelle intenzioni dei progettisti, ci sarebbe anche la digitalizzazione di alcuni testi.

 

[Foto di Tatiana T.]

Barbara Distefano

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