Cartabellotta: “Il ritorno del cotone in Sicilia non è un fatto privato”

Il ritorno della coltivazione del cotone in Sicilia non è un fatto privato, ma un fatto pubblico”. Replica così, l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, alle accuse dell’imprenditore Giuseppe Pizzino, che in una lettera aperta (potete leggerla qui) lo ha aspramente criticato per non avere ricevuto, ieri, un potenziale investitore svizzero interessato a questo comparto.

“Intanto” dice l’assessore a LinkSicilia “lo avrei ricevuto, se solo avesse avuto la pazienza di aspettare. Purtroppo una emergenza mi ha costretto ad allontanarmi dall’assessorato nell’ora in cui dovevo riceverli.  Ma c’era tutta la mia disponibilità, tant’è che poi, alle 15, ho incontrato Pizzino. Possibile che questo svizzero avesse tutta questa fretta di prendere l’areo?”.

Ma per Cartabellotta, al di là del ritardo, il fatto importante è un altro: “Attenzione. L’assessorato è una istituzione pubblica. Né poteva esserci nessuna trattativa privata tra me e l’investitore svizzero che tra l’altro non so neanche chi sia. Quindi nessun investimento è andato in fumo.

Sono da sempre un fautore del cotonicoltura in Sicilia, vengo dalla scuola di Ballatore, come lo è stato il mio predecessore, Elio D’Antrassi, che ha commissionato uno studio all’Università di Catania. Il governo attuale è assolutamente favorevole. Ma è una politica che deve essere approvata dal governo e dall’Assemblea regionale siciliano. Non è che io posso scegliere investitori. Anche perché nel momento in cui questa politica fosse approvata, ci sarebbe un bando pubblico.  Stiamo pensando ad esempio di inserire la cotonicoltura nei prossimi programmi di sviluppo rurale”.

 

“Mi dispiace che Pezzino abbia usato toni sopra il rigo. Non è il caso, davvero”.

Redazione

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