Una nuova misura di contrasto alla povertà a cui sarà possibile accedere a partire dal prossimo 2 settembre. Si chiama Carta Sia (Sostegno Inclusione Attiva) e prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate, nelle quali siano presenti persone minorenni, figli disabili o una donna in stato di gravidanza accertata. L’iniziativa – promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto col ministero per l’Economia – prevede un sussidio economico per un anno di circa 400 euro lordi, subordinato all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa.
Il progetto viene predisposto dai servizi sociali del Comune, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti no profit. Si tratta di un progetto che coinvolgerà per la prima volta tutti i componenti del nucleo familiare, prevedendo specifici impegni per adulti e bambini, dalla ricerca attiva di un lavoro, all’adesione a progetti di formazione, fino alla frequenza e all’impegno scolastico e alla prevenzione e tutela della salute. L’obiettivo, chiaramente, è aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l’autonomia. Requisito indispensabile e restrittivo, oltre a quelli detti, è avere un reddito Isee non superiore ai tremila euro l’anno.
Secondo la ripartizione nazionale, alla Sicilia sono stati assegnati per il primo anno 112 milioni di euro ed è previsto che vengano rinnovati fino al 2020. Per accedere alla Carta Sia è necessario che nessun componente familiare sia già beneficiario di altri strumenti di sostegno al reddito dei disoccupati o della carta acquisti sperimentale, che non riceva già trattamenti superiori a 600 euro mensili, che non abbia acquistato un’automobile nuova (immatricolata negli ultimi 12 mesi) o che non possieda un’automobile di cilindrata superiore a 1.300 cc o un motoveicolo di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati negli ultimi 36 mesi. Il sostegno economico verrà erogato attraverso l’attribuzione di una carta di pagamento elettronica, utilizzabile per l’acquisto di beni di prima necessità.
In Sicilia la macchina amministrativa è quasi ovunque già pronta, dalle tre città metropolitane, fino ai Comuni minori. È così a Palermo, dove l’assessore alle Politiche sociali, Agnese Ciulla, conferma che «saranno attivi 16 sportelli, che consentiranno a tutti di essere ricevuti in tempi ragionevoli. Ci aspettiamo numeri molto elevati, per questo stiamo lavorando in collaborazione col Sispi, che curerà la realizzazione di un software per gestire le prenotazioni e con la polizia municipale che coordinerà gli aspetti logistici, per evitare di creare code infinite».
«Per la prima volta – aggiunge Ciulla – una misura di contrasto alla povertà si dota di una equipe multidisciplinare: io la considero una bella sfida, che consentirà una reale inclusione delle fasce indigenti nel tessuto sociale, senza creare nuove forme di assistenzialismo. I fondi sembrano esserci, ma io preferisco restare cauta. È vero che un Isee non superiore ai tremila euro è un requisito molto restrittivo, ma è vero anche che se al Nord probabilmente avanzeranno delle risorse, al Sud i beneficiari con redditi ben al di sotto dei tremila saranno di gran lunga superiori, per cui non escludo che possa essere necessaria una nuova redistribuzione delle risorse».
Tutto pronto anche a Catania, dove l’assessore ai Servizi sociali, Angelo Villari, precisa che il capoluogo etneo è stato «la prima realtà ad essere partita con le iniziative legate a questo progetto di inclusione sociale, proprio noi abbiamo spinto affinché l’Inps aprisse anche ai soggetti sociali presenti nei territori, come i Caf delle organizzazioni sindacali più rappresentative. L’innovazione sta nel fatto che l’iniziativa non si esaurisce col mero contributo economico. Al contrario, le istituzioni prendono in carico l’intera famiglia, per un sostegno finalizzato all’inclusione attiva dei soggetti beneficiari della Carta».
«Anche a Messina – precisa l’assessore al ramo, Antonina Santisi – abbiamo già pubblicato l’avviso sul sito del Comune e sono in corso una serie di incontri con i soggetti sociali e istituzionali interessati, dai Caf fino alle circoscrizioni. Il bello di questa misura è proprio la possibilità di intervenire con progetti personalizzati, studiati di concerto coi centri per l’impiego, le aziende sanitarie, le istituzioni scolastiche».
Lavorano alla predisposizione degli uffici per accogliere le richieste degli utenti anche dai piccoli Comuni siciliani. In quel caso, a differenza delle grandi città, in cui saranno attivati degli sportelli dedicati nelle circoscrizioni, bisognerà rivolgersi agli uffici dei servizi sociali, come confermato dal primo cittadino di Bronte, Graziano Calanna: «il bando è già pubblicato, bisognerà rivolgersi ai servizi sociali a partire dal 2 settembre per presentare le domande»
Avviso pubblico anche sul sito e sulle pagine social del Comune di Augusta, dove il sindaco Maria Concetta Di Pietro ammette: «Purtroppo ci aspettiamo un’affluenza alta, visti gli elevati tassi di disoccupazione nella nostra città». A sviluppare il progetto anche gli operatori di Furnari, dove si lavora «di concerto col distretto sociosanitario – dichiara il sindaco Mario Foti -, cercando di coinvolgere anche le associazioni di volontariato, in modo da raggiungere il maggior numero di cittadini possibile».
Insomma, quasi tutti i Comuni sono già ai nastri di partenza, anche se qualcuno è un po’ più indietro rispetto ad altri, anche a causa della pausa estiva degli uffici. È il caso di Isola delle Femmine, dove il sindaco Stefano Bologna ammette: «Non abbiamo ancora pubblicato il bando, che comunque sarà pronto a giorni. Isola è uno dei pochi Comuni che vanta una propria agenzia per l’impiego, lavoreremo di concerto con loro».
Pensa già al futuro, infine, Pasquale Amato, primo cittadino di Palma di Montechiaro, secondo cui è necessario «attivare dei progetti che consentano all’impianto di restare in piedi anche oltre la durata della legge. Un esempio? Ci piacerebbe attivare una mensa per gli indigenti, consentendo ai beneficiari dei progetti di inclusione sociale di lavorare alla mensa stessa».
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