Avrebbe messo il corpo in una sacca usata per la conservazione dei cadaveri, per allontanare la possibilità che si scoprisse che l’uomo frequentava la propria madre. Ci sarebbe questo dietro il giallo dell’agosto del 2019, quando a Carlentini venne trovata una body bag con all’interno un cadavere in stato di decomposizione. Il corpo era quello di Francesco Di Pietro, bancario in pensione, la cui identità è stata scoperta con non poche difficoltà.
A disfarsene, invece, secondo la procura di Siracusa sarebbe stato Adriano Rossitto, 37enne titolare di un’agenzia di pompe funebri. I due si conoscevano. Anzi, dalle indagini è emerso che Di Pietro da un po’ frequentava la madre di Rossitto e il decesso sarebbe avvenuto mentre si trovava in compagnia della donna. Per questo il 37enne avrebbe deciso di abbandonare in campagna il corpo, utilizzando la sacca.
Nel corso delle indagini, i carabinieri, coordinati dalla procuratrice Sabrina Gambino e dal sostituto Salvatore Grillo, hanno appurato come Rossitto in più di un caso avesse cercato di sviare il lavoro degli investigatori, mettendo sul tavolo ipotesi che si sono rivelate inverosimili: dalla frequentazione di prostitute da parte della vittima a un rapporto intrattenuto con una presunta badante.
La procura ha chiesto e ottenuto l’emissione della misura cautelare in carcere per Rossitto. Il 37enne è stato portato in cella dai carabinieri della Compagnia di Augusta. Deve rispondere di soppressione di cadavere.
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