Carini, la sede dei vigili del fuoco pronta e mai utilizzata  E il Comune affitta ai volontari un locale a diecimila euro

Da 10 anni c’è una sede preposta e ci sarebbe già disponibile pure il personale da farci lavorare. Eppure il distaccamento permanente dei vigili del fuoco di Carini continua a rimanere un eterno Godot. La vicenda è stata nuovamente sollevata dal deputato del Partito Democratico Carmelo Miceli, attraverso una recente interrogazione parlamentare. Al ministero dell’Interno, retto dal vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, Miceli ha sottolineato che «da alcuni anni è presente, presso una struttura in affitto, un distaccamento di volontari dei vigili del fuoco che dal 2013 garantisce, nei limiti delle proprie competenze, in media oltre 600 interventi all’anno riguardanti i comuni di Carini, Capaci, Isola delle Femmine, Torretta, Cinisi e Terrasini per un totale di oltre 85mila residenti che, nel periodo estivo, arrivano ad oltre 100mila presenze; dal 2018 tale servizio volontario ha subito interruzioni e ridimensionamenti delle proprie attività anche in ragione dei costi di gestione del distaccamento, i quali vengono coperti dal Comune ospitante e in proporzione dagli altri Comuni interessati».

Il 30 luglio scorso il Comune di Carini ha intanto rinnovato l’affitto dell’immobile in via De Spuches, di proprietà della Industria avicola Comm. Vito Picone & figli, al costo di 10.200 euro annui. Un vero e proprio paradosso, considerato nel 2009 la Cassa per il Mezzogiorno ha realizzato all’interno della zona industriale di Carini una struttura enorme che nelle intenzioni doveva contenere proprio una caserma dei vigili del fuoco, insieme a quelle dei carabinieri e della guardia di finanza, con uno spazio esterno idoneo alla realizzazione di una pista di atterraggio per elicotteri. Al momento, però, in questo centro polifunzionale oltre a guardia di finanza e carabinieri l’altro utilizzo consono è quello del distaccamento del corpo forestale della Regione. Mentre i locali destinati ai vigili del fuoco, dopo un periodo in uso ai privati, vengono affittati dal Comune di Carini. Che sborsa 40mila euro annui all’Istituto Regionale per le Attività Produttive (Irsap) e li destina a magazzini e uffici. 

«Quel bene è stato costruito con dei fondi che sono stanziati specificatamente per la realizzazione – osserva Miceli – e l’insediamento di un comando dei vigili del fuoco. Quindi è doveroso che venga destinato a quella funzione specifica. È incomprensibile che ciò non sia avvenuto, e che invece si sia fatto ricorso a un presidio temporaneo. Invece così si creerebbe nuova occupazione per i vigili del fuoco, siano essi effettivi o discontinui, in un territorio così vasto e importante. Il Comune può e deve avere un ruolo attivo, considerato che ad esempio ha individuato un bene confiscato per la nuova caserma dei carabinieri. Così come ha fatto bene su quella vicenda può far altrettanto bene sull’immobile che già c’è per quel che riguarda i pompieri, servono in fondo pochi accorgimenti». 

Secondo il deputato, inoltre un presidio fisso per la popolazione garantirebbe circa 25 unità – già presenti sull’organico attuale del comando provinciale – che potrebbe gestire da sé il distaccamento permanente, sgravando così i Comuni dai costi di gestione. Una proposta che trova d’accordo anche il sindaco di Carini Giovì Monteleone. «Anche noi abbiamo richiesto da tempo la sede distaccata e ultimamente abbiamo mandato una nota proprio al ministero – afferma – Da tanti anni abbiamo preso in locazione, spendendo risorse proprie, una sede coi pompieri volontari. Lavoriamo da tempo per una sede permanente, e abbiamo già dato la disponibilità dei locali al comando provinciale dei vigili del fuoco». Una richiesta rilanciata anche dal vicino Comune di Cinisi. «Sono d’accordo, il presidio dei vigili sarebbe importantissimo – afferma il sindaco Giangiacomo Palazzolo – Voglio ricordare che non molto distante dalle nostre zone c’è l’aeroporto di Punta Raisi. Che ha una propria struttura per quel che riguarda i pompieri, ma credo che una struttura territorialmente vicina possa essere comunque utilissima in caso di emergenza».

Andrea Turco

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