Carceri, in Sicilia mancano 750 agenti penitenziari Sindacato: «Poco personale favorisce aggressioni»

Un’aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario, l’ennesima. A denunciarla sono i sindacati del settore che danno notizia dei fatti avvenuti ieri mattina al carcere di Gazzi. Dove un detenuto condannato all’ergastolo e in attesa di sentenza definitiva, durante le fasi di perquisizione, prima di salire sul mezzo che lo avrebbe portato al tribunale di Messina, ha aggredito due agenti. 

Le guardie carcerarie dopo aver immobilizzato l’uomo, si sono fatti medicare al vicino pronto soccorso dell’ospedale Policlinico. Cinque i giorni di prognosi per uno, tre per l’altro. Entrambi hanno riportato varie contusioni. Il detenuto protagonista dell’aggressione non è nuovo a simili episodi. In passato, mentre si trovava nel carcere di Lecce, avrebbe tentato di evadere. Durante le fasi di fuga non avrebbe esitato a sparare contro gli agenti che tentavano di fermarlo. 

«Si assiste quotidianamente ad aggressioni ai danni delle guardie carcerarie – spiega Calogero Navarra, del sindacato Sappe Sicilia -. Il sovraffollamento delle carceri e la carenza di organico contribuisce all’aumento di aggressioni all’interno degli istituti di detenzione». Gli agenti di polizia penitenziaria in Sicilia sono 4100. «Settecentocinquanta in meno rispetto a quelle che dovrebbero esserci – prosegue il sindacalista – senza contare che vengono aperti nuovi padiglioni nelle case circondariali siciliane. Come a Siracusa dove è stato creata un’ala che può accogliere 250 detenuti in più rispetto agli attuali 500. Dal ministero sono state inviate solo 35 unità riservate a detenuti di alta sicurezza». 

Altri nuovi padiglioni apriranno a Trapani e Caltagirone. Come spiega il sindacalista «sono stati aumentati gli spazi di vivibilità all’interno delle case circondariali dopo che l’Europa ha condannato l’Italia perché garantiva uno spazio di soli tre metri quadrati a detenuto. Inoltre con le nuove disposizioni le persone ristrette in carcere hanno più ore per socializzare. Se prima uscivano alle 8:30 e rientrano alle 11:30 dai passeggi e dopo il pranzo avevano altre due ore, dalle 13:30 alle 15:30 di aria, prima di rientrare nelle proprie celle, ora hanno la possibilità di passare più tempo insieme ad altri detenuti in una stanza più ampia dove possono giocare a biliardo con le carte o a ping pong». 

Sui motivi che possono spiegare il continuo aumento delle aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria, secondo Navarra si va «dal semplice rifiuto di concedere telefonate ai ritardi nel ricevimento di notizie personali». 

Simona Arena

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