Cara Mineo, Idv-Comunisti vs Castiglione Tomarchio: «Negato accesso agli atti»

Quali sono le cooperative che operano all’interno del Cara di Mineo? Che funzioni svolgono e con quali costi? Per rispondere a queste domande il gruppo dei Comunisti e Idv in Consiglio provinciale ha chiesto di visionare la convenzione e il capitolato d’appalto stipulato tra la Provincia, soggetto attuatore del Centro per i Richiedenti Asilo, e i soggetti che svolgono un servizio all’interno della struttura. Ma l’accesso agli atti, denuncia il consigliere Antonio Tomarchio, «è stato negato, dicendo che un consigliere provinciale non ha tale diritto».

Le critiche del gruppo Comunisti-Idv sulla gestione del Cara da parte del presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione non nascono certo oggi. Al momento del passaggio di consegne tra la Croce Rossa e la Provincia, l’opposizione in consiglio aveva richiesto la creazione di una commissione speciale per «supportare il soggetto attuatore e rendere tutto più trasparente». Come già era stato fatto nel caso delle commissioni sulla legalità e sulla sanità. «Non se n’è fatto nulla, perché temevano di affidare la presidenza della commissione a un esponente dell’opposizione che avrebbe avuto capacità di controllo», denuncia Tomarchio. Persino gli avvocati che difendono i residenti del Cara, sottolinea il consigliere, «avrebbero difficoltà di accesso nella struttura e di comunicazione con i loro assistiti». L’ultimo episodio sarebbe accaduto qualche giorno fa con il rifiuto del permesso di accedere agli atti. «La risposta – racconta Tomarchio – è stata una lettera su carta intestata del Ministero, ma firmata da Giovanni Ferrera, consulente gratuito di Castiglione, in cui venivano negati i documenti e si consigliava di consultare il sito web della Provincia».

Ma nel portale istituzionale, alla pagina dedicata al Cara, «si trova soltanto il capitolato d’appalto e non la convenzione», precisa Tomarchio. In effetti, navigando sul web, non è un’impresa facile trovare i documenti in questione. Con qualche difficoltà siamo riusciti a consultare il documento di quindici pagine con il capitolato. Si trova anche il provvedimento con cui il soggetto attuatore affida la gestione del Residence degli Aranci alla cooperativa Sisifo, escludendo l’altra partecipante Connecting People per aver presentato un offerta «anormalmente bassa». «La verità – conclude il consigliere Tomarchio – è che nel resto d’Italia questi centri sono gestiti dai prefetti e non dalla Provincia, quello del Cara di Mineo è un caso unico».

Salvo Catalano

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