Cara di Mineo, proteste per la visita di Salvini Il leader leghista: «Solidarietà a nostre spese»

«Gli immigrati che scappano dalla povertà, dalla guerra vera, sono i miei fratelli e vanno accolti. La maggioranza di extracomunitari, però, che arriva come immigrato clandestino va riportata a casa sua: la solidarietà a spese degli italiani è finita. I razzisti sono quelli che usano i quattromila migranti del Cara di Mineo per fare i soldi». Sono le parole di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, stamattina in visita al centro di accoglienza per richiedenti asilo in provincia di Catania. Fuori dalla struttura, in attesa delle considerazioni del leghista, diversi gruppi di manifestanti: non solo pro o contro il Cara, ma anche pro o contro Salvini. E alcuni dei contestatori, riferisce l’agenzia giornalistica Ansa, hanno esposto delle mutande verdi tenendo in mano dei manifesti con la scritta «Matteo stai sereno». A fare loro da contraltare, i sostenitori del movimento «Noi con Salvini».

Ma il numero uno del Carroccio, non nuovo ad appuntamenti contestatissimi, non si è lasciato distrarre dagli slip colorati. E ha commentato l’inchiesta delle procure di Caltagirone e Catania sul Cara di Mineo, per la quale sono attesi undici avvisi di garanzia, relativa ai reati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio per la gestione del centro. «Renzi e Alfano si dovrebbero dimettere – dice Salvini – O vanno in Parlamento a spiegare date e soldi». «Più che Alfano, che è il burattino, il premier deve lasciare perché sull’immigrazione non dice una parola invece deve spiegare da come e da chi sono spesi i soldi. Il premier deve rispondere personalmente di questa vergogna». 

La visita al Cara del leader leghista è durata mezz’ora. «Un suo sostenitore reggeva un cartello con la scritta “Alfano comunista“», racconta Giuliana Buzzone, cronista del giornale Il sette e mezzo magazine. Ad accogliere il segretario padano una folla di giornalisti ma anche semplici cittadini: «C’erano un gruppo di persone che si sono presentate come agricoltori di Palagonia, ex membri del movimenti dei forconi», prosegue Buzzone. A contestarlo, invece, esponenti del Nuovo centro destra, contrari alla chiusura del centro.  

Redazione

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