Abuso d’ufficio, turbativa d’asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Sono queste le ipotesi di reato sulle quali indaga la procura di Caltagirone guidata da Giuseppe Verzera che ha notificato la proroga delle indagini a dodici persone coinvolte nella gara per la gestione del Cara di Mineo. Un mega appalto da 96.907.500 euro che nel 2014 era finito nella lente d’ingrandimento dell’Anticorruzione, nelle carte dell’inchiesta soprannominata Mafia capitale e in un’altra dei pm di Catania proprio sulla turbativa d’asta a carico del sottosegretario del ministero per l’Agricoltura Giuseppe Castiglione e il consulente del Cara e presunto uomo di Mafia Capitale Luca Odevaine.
Tra gli indagati – come anticipato dal quotidiano La Sicilia – ci sono nove sindaci dell’hinterland catanese con ruoli nel consorzio dei Comuni Calatino, terra di accoglienza oggi in liquidazione e i tre componenti della commissione di gara, fra i quali spicca Odevaine. Sulle carte firmate dal procuratore Verzera figurano i nomi dei primi cittadini: Anna Aloisi (Mineo, all’epoca dei fatti presidente del consorzio), Marco Sinatra (Vizzini, ex presidente dell’assemblea dei sindaci soci), Nuccio Barbera (San Cono), Giuseppe Grasso (Castel di Iudica), Cosimo Marotta (Raddusa), Enzo Marchingiglio (Mirabella Imbaccari), Gianluca Petta (San Michele di Ganzaria), Giovanni Verga (Licodia Eubea) e Franco Zappalà (Ramacca). Assieme a loro i tre componenti della commissione della gara d’appalto: oltre a Odevaine ci sono anche l’ex direttore generale del consorzio Giovanni Ferrera e il capo dell’ufficio tecnico di Vizzini Salvatore Lentini.
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